Sono stati i bambini della Nuova Rugby Roma a far riaprire lo stadio del Tre Fontane, il tempio del rugby a Roma, per poter tornare ad allenarsi dopo oltre tre mesi di assenza dai campi chiusi dalla Coni servizi e dove fino a giugno scorso si preparavano e giocavano le partite casalinghe.
I dirigenti della società e gli allenatori hanno atteso gli oltre 60 bambini delle categorie Under6, Under8, Under10 e Under12, che sotto un acquazzone hanno svolto un allenamento-dimostrazione, contro la chiusura dell’impianto, nel campo in erba dello stadio dove una volta preparava le sue partite la Roma dello scudetto di Dino Viola e dove fino allo scorso anno giocava la Rugby Roma Olimpic, cacciata dalla Top Ten di serie A dalla Federazione italiana rugby (Fir) per default economico.

I bambini della Nuova Rugby Roma, nata per volontà di tecnici, allenatori e genitori sulle ceneri della Rugby Roma Olimpic, comprese le categorie Uner14,Under16 e Under20, un totale di 230 iscritti alla Fir, con i loro genitori, tecnici e allenatori, erano tutti contenti di rientrare nella loro casa. “Che bello mamma – ha detto uno di essi – poterci allenare in questo stadio. Speriamo di poterci tornare per sempre”. Perché i bambini e i ragazzi più grandi, questo pomeriggio assenti perché o in attesa della partita di domani di campionato o impegnati in gare amichevoli, non chiedono altro che questo e non di giocare ed allenarsi su campi di calcio, calcetto e calciotto.
Questo per un contenzioso infinito con altre tre società che si sono riunite con il nome di Rugby Roma Asd, nominando come presidente Riccardo Mancini, amministratore delegato dell’Ente Eur, malgrado una direttiva della Coni Servizi abbia stabilito che sia creato un consorzio in cui la Nuova Rugby Roma e le altre tre società abbia rispettivamente un 50 per cento di rappresentanza. “La nuova società – spiega il presidente della Nuova Rugby Roma Roberto Barilari – non vuole rispettare i patti sottoscritti davanti al Coni, che prevedono una società al 50% tra i due gruppi, il secondo con soli 57 iscritti alla Fir e a noi vogliono lasciarci in minoranza, con un misero 25 per cento, un campo solo dei tre del Tre Fontane, dove allenarci e giocare le partite, tanto che la domenica dobbiamo andare in trasferta a Pomezia, così come facciamo durante la settimana per allenarci, a Ponte Marconi e a Corviale. Speriamo che Mancini mantenga le promesse di pari dignità che ci aveva fatto e che poi ha ritirato”.

Ad assistere all’allenamento c’erano anche i vertici della Rugby Roma, in testa l’Ad dell’Ente Eur. E c’erano anche, a portare solidarietà ai bambini il consigliere regionale del Lazio del Pd Enzo Foschi e il responsabile del Forum dello sport del Pd di Roma Andrea Novelli. “Sì allo sport e non alle speculazioni” hanno detto in un comunicato congiunto Foschi e il consigliere comunale di Roma del Pd Athos De Luca. I quali, nella stessa nota hanno affermato che “mentre i ragazzi della Nuova Rugby Roma erano entrati per giocare nei campi del Tre Fontane all’Eur, il dottor Mancini ha minacciato di chiamare i carabinieri”. I due esponenti del Pd hanno inoltre detto che “Mancini, anziché far rispettare gli accordi del Coni sta portando avanti una vergognosa speculazione ai danni della Nuova Rugby Roma” e che quello che più stupisce è il comportamento del delegato allo sport del Comune di Roma che non è stato capace di esercitare un serio ed efficace ruolo super partes”.
Intanto il contenzioso riapproda alla Coni Servizi. Martedì ci sarà un’ennesima riunione, alla presenza del delegato allo sport Alessandro Cochi. Una partita che si riaprirà a giugno, quando il Campidoglio tornerà ad essere proprietario del Tre Fontane e dovrà bandire una gara pubblica per la gestione dei campi. (affaritaliani.libero)