Sono passate due settimane di preparazione fisica dei suoi ragazzi, ma Guido Sciacca, il presidente dell’Amatori Catania Rugby, non riesce a gioire, poiché vede la sua famiglia funestata dalla perdita della cara madre, la signora Maria Longo.
Al massimo dirigente bianco rosso va il cordoglio della squadra.
Proprio pochi giorni prima della tragica notizia, il presidente era entusiasta della partecipazione dei giocatori agli allenamenti e dello spirito di collaborazione dei dirigenti che guardano avanti e che, pur nelle ristrettezze della contingenza economica, fanno di tutto per non far mancare nulla alla squadra.
In occasione di un allenamento abbiamo fatto qualche domanda all’allenatore della prima squadra, Ezio Vittorio, al preparatore atletico Raffaele Marino e al team manager Massimiliano Vinti.
Ezio Vittorio, dopo avere ancora una volta ringraziato il gruppo, che l’anno scorso, con una grande prova di umiltà, è riuscito a centrare la promozione senza mai perdere un incontro, ha focalizzato l’attenzione su questo campionato di serie B 2014/15 nel quale non bisogna assolutamente sbagliare l’approccio e la prima fase dalla quale usciranno tre squadre per la fase promozione e le tre squadre per il girone retrocessione in serie C.
Le compagini sono di tutto rispetto, tradizione e forza, a partire dallo Svicat Lecce che l’Amatori affronterà al “Benito Paolone”, (ex Santa Maria Goretti, la cerimonia d’intitolazione è fissata per il 26 settembre), giorno 5 ottobre.
Alla domanda: “cosa è il talento nel rugby di oggi?” Vittorio risponde che solo la coniugazione delle capacità tecniche con l’abnegazione e lo spirito di crescita può dare il discrimine per individuare il talento in un rugbysta di oggi, “avere capacità tecniche e fisiche e non riconoscere le situazioni di gioco, non è un’attitudine di un giocatore di alto livello.”
Ezio Vittorio, da tre stagioni allenatore di III livello, (il massimo ottenibile “ad esami”), esprime il suo rugby in una struttura aperta, nella quale le “azioni preconfezionate” non sono il fine, semmai il mezzo, per centrare l’alta prestazione; un allenatore dal sorriso pronto, ma molto esigente, tratta i suoi giocatori come professionisti: “solo dando il massimo si può pretendere il massimo”.
In questa fase di preparazione fisica un compito preminente l’ha Raffaele Marino, istruttore CrossFit della palestra “CrossLab”, che deve condurre in un mese e mezzo il gruppo dell’Amatori Catania a disputare un campionato di alto livello, “compito non semplice – ci dice il preparatore – alla luce dei quattro allenamenti settimanali di neanche due ore ciascuno, dovendo gestire giocatori con diversi livelli di capacità motorie e tecniche, nonché di preparazione.”
Per Marino nel rugby moderno “la palestra non è tutto”, la reattività e il riconoscere la necessità di un gesto tecnico invece di un altro sono più importanti, perché se si pensa solo a “costruire il fisico” si finisce per mettere su un gigante dai piedi d’argilla che alla prima difficoltà perde palla e subisce meta, il muscolo più importante in senso fisico e “metafisico” è e resta il cuore con la voglia di crescere.
Come Vittorio, Marino non fa sconti e crea esercizi specifici ad alta intensità per esaltare le qualità, che più servono nel rugby, non per niente la sua tesi di laurea verteva su “Gli angoli di spinta della mischia”.
Infine, ma non ultimo, abbiamo chiesto al TM Massimiliano Vinti di fare il punto sulla situazione dell’Amatori Catania.
Esordisce dicendo che in questo campionato l’Amatori veste il ruolo della “neopromossa”, non dell’ammazza campionato, come qualcuno potrebbe pensare; la serie B ha livello di gioco ben più alti della serie C e gli errori si pagano tanto, occorre quindi umiltà e concentrazione per centrare la serie A.
Il “mercato” è stato all’insegna del “no cost”, in quanto si è lavorato sul gruppo e sul rientro di giocatori la passata stagione in prestito ad altre società.
I “colpi” che Vinti fa subito presente sono tre: Alessandro Giunta, ottimo pilone proveniente dall’Accademia; Luciano Amato, uomo di mischia italo argentino che accetta di giocare qui, come in Argentina, solo per il piacere e la crescita; Davide Vasta che insieme a Rosario Di Paola, Antonino Palmieri e Fabio Borina rappresenta la spina dorsale della squadra, senza dimenticare i rientri di Ferrara e Zappalà, l’arrivo di Gabriele Calamaro e forse di qualche altro ancora, giocatori che si sommano ad un gruppo di buon livello, che ha fatto la serie A ed è rimasto con l’Amatori, nonostante il ripartire dalla serie C.
Un progetto di crescita rugbystica non può essere fondato solo sui soldi, come accade in altre realtà e come accaduto, tempo fa, anche in casa Amatori, alla lunga quel sistema rischia di minare lo spirito del rugby. Le cessioni, infatti, rispetto all’organico dell’anno scorso, sono state motivate solo dal fatto che l’Amatori Catania non poteva dare rimborso economico a giocatori che, in piena libertà, hanno preferito andare a giocare in altre società, che potranno dare loro quanto richiesto.
A proposito di “franchigia”, Vinti risponde subito che è una gran bella cosa, per la quale, però, bisogna lavorare tanto, “sarebbe un grande passo del rugby siciliano, ma fino a quando non si definiscono certi dettagli continuo a lavorare per l’Amatori, ho organizzato, infatti, due amichevoli nelle domeniche 14 e 21 settembre.”
Un Amatori Catania al gran passo, una squadra concentrata e che vuole tornare ad essere un’eccellenza dello sport catanese, promuovendo anche le eccellenze del territorio e della città Catania, a tal proposito, infatti si stanno vendendo le “Card sostenitore” che, dietro una corresponsione economica, garantiscono oltre all’appoggio alle operazioni sul sociale della società e al progetto “serie A”, una maglietta della squadra, sconti particolari in negozi e hotel convenzionati, accesso ai terzi tempi e ad un evento a fine stagione.
Solo pensando in grande si ottengono grandi risultati.

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