Al suo ritorno in campo non potevamo non intercettare l'”Andy Goode” (molto virgolettato) italiano, Valerio Amodeo. Domenica contro gli All Reds, Amodeo, è tornato a vestire la maglia numero 10 e incantare con movimenti molto vicini all’elasticità di Bolle, la tenacia di Wilkinson e la fisicità di Chabal. Ah già, la squadra che gli ha dato questa ennesima possibilità è la compagine cadetta della Primavera Roma. Come descrivere il Valerio Amodeo apertura: chiacchierone, portato al drop – quello con il Milazzo, mi sto ancora chiedendo come sia riuscito a farlo ndr – difensore ad intermittenza, esteta del rugby. Formatosi nella Rugby Roma, ha poi vestito le maglie della Rugby Roma 2000, dell’Accademia Rugby Roma e della cadetta della Primavera, passando per Real Madrid, Porto, Bayern di Monaco e Dinamo Mosca. Si possono trovare avvistamenti sulla stampa locale nei quotidiani più vari: il Messaggero Veneto, tuttavia, è quello che maggiormente l’ha citato; vuoi per essere stato inserito nei possibili arrivi di una squadra friulana, vuoi per aver condotto come allenatore il Forum Iulii, una squadra di beach rugby ad inviti. Non parliamo poi dei giornali di gossip. Il suo nome è stato affiancato alle donne più sexy del mondo dello spettacolo; ai tempi del Real Madrid, ad esempio, si è parlato a lungo di un suo flirt con la professoressa McGranitt, in intimità Minerva, professoressa di Harry Potter. Oggi, grazie alla sua disponibilità (non si muove dal divano dal fischio finale della partita di ieri) ci ha concesso questa intervista.

Cosa rappresenta il Rugby per lei?
Il rugby rappresenta praticamente la mia vita: è divertimento, passione, amicizia, lavoro e anche dolore (oggi, per esempio, molto dolore fisico).

La squadra che ha maggiormente influenzato la sua carriera?
Senza dubbio la Rugby Roma Olimpic, cono cui ho giocato per 11 anni e con cui ho raggiunto il massimo nella mia (misera) carriera da giocatore.

Il ricordo più bello nel rugby giocato?
La vittoria del campionato di Serie B con l’Accademia Rugby Roma. Un anno incredibile in cui probabilmente ho giocato il miglior rugby possibile, sia individualmente sia come collettivo.

Ccosa pensa del Rugby attuale?
A livello mondiale il rugby sta facendo passi da gigante, anche se dobbiamo distinguere tra le nazioni già rugbysticamente sviluppate come la Nuova Zelanda o l’inghilterra e i Paesi emergenti come Russia o Germania. Nel secondo caso i miglioramenti sembrano macroscopici, ma forse sono più facili da raggiungere. Per quanto riguarda l’Italia manchiamo di programmazione a lungo termine sia nel settore maschile e ancor di più in quello femminile e poi mancano le figure manageriali

Cosa cambierebbe del Rugby di oggi?
Alcuni atteggiamenti da parte di giocatori, sostenitori e genitori. Manca umiltà. Dentro e fuori dal campo. Troppi portatori di maglie e pochi rugbisti.

Rugby e birra. Un binomio inscindibile, la sua preferita?
Guinness Guinnes e ancora Guinness.

La festa che ricorda con maggior interesse?
La festa della vittoria del campionato di Serie B (c’era anche lei caro Macor) e Italia – Galles del sei nazioni 2002, festa iniziata alle 11 di mattina e finita alle 2 di notte al pub con i Gallesi.

Un sogno nel cassetto?
Lavorare esclusivamente con il rugby.

Dove si vede nel futuro?
Non ne ho idea. Di questi tempi difficile dirlo…non in campo come giocatore di sicuro!

Alla prossima partita…
@davidemacor