L’Italrugby torna a lavorare sui campi dell’Acqua Acetosa quando meno di due settimane la separano dal debutto nei Crédit Agricole Cariparma Test Match di novembre, il 12 all’Olimpico di Roma contro la Nuova Zelanda.
Mattinata dedicata al recupero ed alle skills prima della seduta collettiva per i trenta Azzurri convocati dal CT Conor O’Shea, che rimarranno a Roma sino a mercoledì prima di rientrate ai Club per gli impegni del week-end in PRO12, Top14 o – nel caso del solo Panico – nell’Eccellenza italiana.
Per Mike Catt, assistente allenatore dell’Italia e responsabile dei trequarti, Campione del Mondo con l’Inghilterra nel 2003, la vittoria delle Zebre in Scozia venerdì sera è stato un primo passo verso le sfide d’autunno: “Vincere è bello e piace a tutti, bisogna riconoscere allo staff tecnico delle Zebre ed ai giocatori il merito per aver portato a casa la vittoria dopo il raduno dei giorni precedenti ed il lungo viaggio per la Scozia” ha detto l’ex utility back e tecnico dei trequarti del XV della Rosa.
“Stiamo costruendo un ottimo rapporto con Benetton e Zebre, vincere è l’obiettivo comune, nostro come di Crowley e Guidi. Siamo tutti qui per dare ai giocatori gli strumenti per raggiungere l’obiettivo, poi la performance è nelle loro mani. Ma più strumenti diamo loro, più facciamo comprendere il perché di determinate scelte sul campo, più avranno possibilità di successo” ha detto Catt.
“E’ innegabile che vi sia molto da fare, in campo e fuori dal campo – ha aggiunto Catt – e stiamo costruendo sulle basi che abbiamo posto durante il tour di giugno, grazie anche al rientro di alcuni tra i giocatori più esperti. Ognuno deve capire il proprio ruolo specifico in relazione al rugby che vogliamo giocare, dobbiamo crescere tutti insieme: allenatori, giocatori, Club” ha detto il tecnico anglosudafricano.
“Aumentare la percentuale di realizzazione dei calciatori è il primo aspetto: abbiamo degli ottimi giocatori, davvero eccellenti, ma per vincere i test dobbiamo portare la nostra media realizzativa sui calci piazzati intorno all’80/90%. Diversamente, non è possibile vincere un test match. E’ un percorso, richiede tempo, non accade dall’oggi al domani”.
Sui test di novembre che vedranno impegnati gli Azzurri – attesi, dopo la sfida ai Campioni del Mondo, dai test del 19.11 a Firenze contro il Sudafrica e del 26.11 a Padova contro Tonga – Catt spiega: “Tutti i test match sono difficili, ovviamente a cominciare da quello con gli All Blacks. Negli ultimi trent’anni non sono molte le squadre ad averli battuti. E questo accade perché gli All Blacks sono l’unica squadra a giocare bene vincendo con continuità. L’unica. Perché tutti capiscono completamente cosa stanno facendo sul campo, ed il motivo per cui lo fanno. E perché alle spalle hanno un intero sistema, tutto un Paese, che lavora con un unico obiettivo: far sì che la Nazionale di rugby sia, costantemente, la migliore al mondo”.
L’allenatore dei trequarti Azzurri è poi entrato nello specifico del gioco neozelandese: “Non è vero che la Nuova Zelanda gioca soltanto palla in mano: calciano molto, ma lo fanno sempre nel momento giusto. Questo è capire completamente cosa si stia facendo”.
“L’Italia – ha concluso Catt – ha dei buoni giocatori di rugby. Alcuni di altissimo livello internazionale, come ad esempio Parisse o Cittadini, altri giovani che stanno lavorando per diventarlo. Sta a noi dare loro tutti gli strumenti perché accada, ma sta a loro andare sul campo ed esprimersi, fare le scelte giuste. Ripeto, il nostro è uno sport semplice: le cose giuste, quando servono”.
“Ci aspetta una sfida eccitante – ha concluso – il nostro lavoro è mettere insieme nel modo migliore tutti i pezzi del puzzle. Non vediamo l’ora di cominciare questa serie di test”.
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