Da Up for It versione “Ovale”:

Di Valerio Amodeo

Conosciamo meglio il mondo del rugby femminile in Italia, grazie ad una breve intervista con Maria Cristina Tonna, general manager della Nazionale Femminile di Rugby e vero e proprio simbolo del rugby “rosa” in Italia.

L’Italia è ancora a zero punti dopo le prime tre giornate del torneo. Oltre alle sconfitte, come si possono analizzare le partite e quali sono gli spunti su cui lavorare in vista degli ultimi due impegni?

Non era facile partire con questo calendario, subito abbiamo affrontato le più forti, ma per noi che amiamo definirci “diesel” va bene così! Con la Francia, dopo un’avvio stentato, abbiamo fatto un bel secondo tempo. Con l’Inghilterra abbiamo provato per tutti gli 80 minuti a reggere la sfida, ma il loro strapotere fisico ha avuto ovviamente la meglio; siamo però uscite dal campo con delle buone sensazioni, con la voglia di continuare a provare a fare il nostro gioco. La gara di Dublino è quella che lascia maggiormente l’amaro in bocca….lo scarto di punti è troppo grande, nonostante una gara giocata in attacco per larga parte, non siamo state capaci di concretizzare due segnature che ci avrebbero portato al pareggio; l’ultima meta, poi, ce l’hanno rifilata in un momento di deconcentrazione per l’uscita in barella di Manuela Furlan, che per fortuna non ha riportato alcun infortunio. Peccato perché abbiamo ben giocato, ma onore all’Irlanda che gioca veramente un bel rugby, basato sui principi e su una grande manuali. Per me sono le migliori del 6 Nazioni, al dì là dei risultati, e dopo l’Italia s’intende!!!

 

La squadra è mediamente molto giovane, pensa che questo sei nazioni possa essere un inizio per porre le basi si quello che in gergo si definisce ciclo? Mi spiego meglio: pensa che questo gruppo di atlete possa essere il gruppo base che vestirà la maglia azzurra per i prossimi anni (un po’ come è capitato alla nazionale maschile con i vari Parisse, Castrogiovanni, Bergamasco, ecc)

Direi che il ciclo è cominciato nel 2009/2010, con l’esclusione all’ultima Coppa del Mondo, anche se la squadra è composta anche da giocatrici che hanno una esperienza ben più solida alle spalle, in promis Tondinelli, Campanella e Schiavon. L’inserimento delle giovani avviene ormai da vari anni, degli innesti importanti per avere un ricambio continuo. Soprattutto in prima linea stiamo “sfornando” delle atlete veramente interessanti.

 

Contro il Galles giocherete al Millenium Stadium. Questo può essere un segno della crescita del rugby femminile, anche a livello mediatico? Crede che questo possa influire sulla partita delle ragazze?

Senza dubbio la gara del Millenium sarà un ‘avvenimento, anche se sono ormai diversi anni che si gioca nei grandi stadi, dopo le gare dei colleghi uomini, sia in Inghilterra che Francia.

Sarà emozionante, ma sono certa che le nostre ragazze, una volta fischiato il calcio d’inizio, vedranno solo rosso!

 

Cosa crede si debba fare per far crescere l’interesse nei riguardi del rugby femminile? 

Stiamo continuando a crescere, sono sicura che il lavoro paga, e non parlo solo della Nazionale, ma di tutto il settore femminile. Il rugby sta diventando sempre più anche in Italia uno stile di vita, ed anche le donne vi vogliono appartenere.  Certo che se avessimo una copertura televisiva dei nostri incontri, le persone potrebbero vedere che quello che proponiamo è uno spettacolo piacevole, anche al femminile!

 

Grazie mille e in bocca al lupo per i prossimi impegni della nazionale e speriamo di risentici presto per commentare assieme una meritata vittoria.