Di Paolo Piersanti

Denunce, interrogazioni parlamentari, ricorsi in appello, querele, controquerele, anche minacce e lettere anonime. Nei piani alti del Cus Roma, il Centro Universitario Sportivo capitolino, negli ultimi due anni si è consumata un’aspra battaglia, tra istituzioni e governanti, tra Re e Reucci, non scevra di ‘colpi bassi’. Una diatriba a ‘mille voci’ come è consuetudine tutta italiana in questa sorta di ‘pasticciacci’, e della quale i più informati sostengono che sia stato l’ormai ex presidente degli impianti sportivi capitolini, Alberto Gualtieri – soprannominato l’imperatore, sul trono da ben 41 anni – a causarne, suo malgrado, l’epilogo a suo sfavore. Galeotto sembra essere stato infatti per Gualtieri il mettersi in rotta di collisione con la sua stessa Federazione di riferimento, il Cusi (Centro Universitario Sportivo Italiano) e il principale padrone di casa, l’Università La Sapienza di Roma. Nell’intrigata matassa delle ragioni di una diatriba che sembrava non avesse mai fine (nata probabilmente sui miraggi lontani di Roma sede delle Olimpiadi di cui il nuovo villaggio olimpico avrebbe coinvolto anche l’intero impianto romano, chimere poi definitivamente sfumate con la rinuncia di Monti) è stata incisiva, forsanche scatenante, la relazione ‘tecnico-morale’ che Gualtieri ha inviato a sua discolpa all’Ateneo romano quando si era ormai palesata una situazione deficitaria non più sostenibile, né tantomeno eludibile di cui l’Università legittimamente esigeva il tornaconto. Nella sua relazione Gualtieri sosteneva che “l’impianto della cui gestione siamo responsabili di fronte all’Università avremmo voluto fosse aperto al Territorio ed alla Cittadinanza… Ci siamo sentiti rispondere – continua Gualtieri nel suo affondo – che lo scopo dell’Università non è dare in affitto gli Impianti ma far fare l’attività agli studenti universitari. Una concezione questa quanto meno antieurope”. L’Università ha risposto a Gualtieri senza mezzi termini: “Nella relazione di Gualtieri la responsabilità della situazione deficitaria della gestione del Cus Roma viene imputata a recenti scelte del Comitato per lo Sviluppo dello Sport Universitario come quelle di ridurre la quota contributiva degli studenti (dalle vecchie 5000 lire agli attuali 4 Euro) – si legge negli atti della fatidica riunione del Cda della Sapienza in data 25 maggio 2010 – e di non sostenere le attività convenzionali. Si evidenzia però che gli stessi dati forniti da Gualtieri mettano in luce una realtà ben diversa. Già nell’anno 2003 è stato necessario stipulare con il Cus Roma un atto di transazione volto a definire un suo consistente debito pregresso nei confronti dell’Università per complessivi Euro 838.000,00 (spese di riscaldamento, acqua, energia elettrica ed altro. E’ stata quindi disposta la rateizzazione del debito e negli ultimi anni si è proceduto con investimenti in lavori di ristrutturazione e di riqualificazione degli impianti di Tor di Quinto che sono costati all’incirca 2.832.000,00 euro volti, da un lato a migliorare le strutture per renderle più appetibili agli studenti ed all’utenza in senso lato e, dall’altro, a ridurre le spese di gestione”. E’ l’11 maggio 2010 quando il Rettore Luigi Frati comunica al Cusi l’intenzione di non rinnovare la convenzione per la gestione degli impianti sportivi di Tor di Quinto al Cus Roma. Nel frattempo al Cusi non soffiavano affatto venti di pace nei confronti di Gualtieri, reo, oltre ad una serie di posizioni contrarie ai programmi dei suoi diretti referenti, anche di essersi ricandidato, avallato dalla Repubblica della Macedonia e non curante del voto contrario della Commissione Federale, alla presidenza dell’European University Sports Association (Eusa, di cui Gualtieri è presidente dal 2005 con mandato attualmente in scadenza).

Continua…