Di Davide Macor
Eccoci a fare due chiacchiere con Daniel Gentile, capitano del rugby Cosenza e organizzatore  di “In meta contro il cancro”.

Com’è nata l’idea di creare questo evento benefico?
L’idea di creare questo evento è nata inizialmente dalla “fame” di rugby che io e la mia squadra abbiamo in questi ultimi tempi, dovuta al fatto che questa stagione abbiamo preso una decisione molto sofferta per noi: quella di non partecipare al campionato 2011/2012. Nonostante stiamo continuando ad allenarci costantemente, la mancanza di agonismo si fa sentire. Quindi per sfamare la nostra voglia di Rugby giocato abbiamo pensato di organizzare un torneo in prossimità delle feste natalizie con le altre squadre calabresi, con cui c’è un rapporto di amicizia e collaborazione ormai da qualche anno. Farlo per una giusta causa è stata un’idea immediata, forse perchè aiutare, dare sostegno è una delle prerogative del rugby, e a noi, che siamo cresciuti con la palla ovale tra le mani, è venuto spontaneo pensare alla beneficenza.

Perchè proprio l’Airc? C’è un legame tra voi e quest’associazione?
Appena è stato proposto da Paco, l’estremo della nostra squadra che è uno dei volontari iscritti all’Airc Giovani Cosenza, ha trovato tutti noi d’accordo. Il cancro è una malattia che va combattuta fino alla fine con il massimo delle forze…proprio come nelle partite di rugby maggiormente impegnative e difficili.

Cosa vi aspettate da questo torneo?
Ci aspettiamo, in primo luogo, che aiuti a sensibilizzare la comunità verso un tema importante e difficile qual’ è la lotta al cancro. Aiutare la ricerca significa aiutare migliaia di persone affette da questo male, fino ad ora incurabile. Davanti a problematiche del genere il mero aspetto sportivo passa in secondo piano, anche se in questo caso abbiamo pensato che “promuovere” un po’ il nostro sport possa fare bene anche alla nostra realtà.

È davvero cos’ difficile trovare spazio per il rugby nella vostra realtà?
Per noi ogni cosa  che riusciamo a fare e ottenere è un grande successo, non ci si immagina nemmeno quanto sia difficile trovare campi e strutture per poterci anche solo allenare. Ci aspettiamo che questo evento ci aiuti a creare un movimento rugbistico più concreto, che aiuti a far del bene alla comunità e dare un’impronta di lealtà, di rispetto  e di sacrificio a tutti i giovani che gli si avvicinano, come lo è stato per noi.

Un grande in bocca al lupo a Daniel e a tutto il rugby cosentino.