È proprio vero, la figura dell’allenatore caratterizza in modo indelebile il percorso sportivo di ogni giocatore di rugby. Quando si è bambini lo si considera più un “educatore”, durante il periodo delle “under” un maestro di vita (soprattutto se ha giocato, o gioca ancora) e “l’ennesimo problema da affrontare”, quando lo si vive in prima squadra (soprattutto per chi ha la fortuna di provare il “professionismo”).
Ma torniamo a noi…e riprendiamo con le nostre descrizioni:

– Il rilassato: è quel genere di allenatore perennemente in pace con il mondo, che sembra non affrontare i problemi. Quando in realtà ha sempre la risposta pronta, una sorta di “Maestro Zen” dello sport.

– L’ansioso: è in grado di trasmettere ansia e nervosismo anche all’isolano più solitario. Di solito viene lasciato fuori dallo spogliatoio dal capitano, con la scusa “Forse è il caso che parli io con i ragazzi oggi…sai tra compagni di squadra”.

– Quello che “qualsiasi cosa succeda…lui ti odia”: è una delle categorie maggiormente diffuse. Capita soprattutto se vieni “comprato” da una squadra e arrivi come l’ultimo acquisto, di norma lui fa finta di metterti a tuo agio, ma in realtà non ti può vedere e questo malessere sarà la sensazione principale per tutta la stagione.

– L’atletico parte seconda: quello che “facciamo una sgambatina” e ci si ritrova a percorrere almeno 15 km, di cui gli ultimi 4 sono in “leggera” salita.

– Il riflessivo: una categoria molto particolare, non parla mai. Le indicazioni le da di norma il suo vice e tu non lo senti proferire verbo, per almeno 8 mesi.

– Il Festaiolo: anima dei terzi tempi, non si risparmia mai. È il primo a stappare una birra e l’ultimo a portare fuori il fusto. Una volta entrato in spogliatoio però diventa il più rigido e intransigente di tutti, meticoloso nella preparazione e carismatico nei discorsi. Anche se completamente ubriaco riesce a mantenere lucidità e fierezza, per tutti gli ottanta minuti di gioco.

Che dire…quando “li vivi”, gli allenatori ti fanno dannare e non li capisci mai come bisognerebbe capirli. Quando smetti però, pagheresti per scontrarti con loro ancora una volta.