Il ruolo dell’allenatore è senza ombra di dubbio fondamentale per una squadra di rugby che si rispetti. Lui è il trascinatore morale, l’inventore di una metodologia di gioco che può portare lontano, al successo,  oppure la persona più sbagliata al timone di un gruppo di rugbisti. Di seguito un breve profilo dei condottieri che di solito si trovano a guidare gruppi di svogliati e talentuosi giocatori di rugby.

– Il carismatico: è quel genere di allenatore in grado di risollevare le sorti di una partita solamente con un discorso. È capace di arrivare a toccare il cuore di tutti i suoi giocatori, di stimolarli a fare bene anche nei momenti più bui e difficili di un incontro di rugby. È in grado di creare un giocatore di rugby dal niente e viene ricordato a distanza di anni come l’unico vero allenatore.

– Il perfezionista: è quel genere di allenatore che dopo due ore e mezza di allenamento, chiama l’ultima giocata per 47 volte di fila e si lamenta perché il custode spegne i fari del campo “ad allenamento in corso” (di solito a quel punto l’orologio segna le 23.00).

– Il perfezionista parte seconda: è quel genere di allenatore capace di rinchiuderti di sabato mattina in uno sgabuzzino per visionare un video (lungo 4 ore) della squadra avversaria. Stoppandolo ogni due secondi e ricostruendo ogni azione per almeno 12 volte di fila.

– L’intoccabile: è quel genere di allenatore che è meglio evitare dopo una sconfitta. L’esito di un incontro post – match frutta al malcapitato un occhio nero e una faccia oltremodo gonfia, causa sberle.

– Il saccente: è quel genere di allenatore che non sbaglia mai. È sempre colpa dei giocatori o, se messo alle strette, della società che non lo aiuta come dovrebbe.

– Il “i giocatori di rugby non si fanno mai male”: è quel genere di allenatore che ti “cura” uno strappo alla gamba con una terapia shock. Mi spiego ti distende a terra e ti infila il pugno della mano nella zona interessata, sostenendo che “da lui i problemi muscolari si curano così”.

– Il doppio giochista: è quel genere di allenatore che ti dice di parlare tranquillamente, di essere sincero, che tutto quello che dirai rimarrà tra te e lui e sarà preso in maniera costruttiva. Così il giorno dopo ti ritrovi senza squadra e con tutti contro.

– Il fortunato: è quel genere di allenatore che azzecca ogni cambio. È capace di far esordire un giocatore tesserato la mattina e venderlo dopo un mese come una delle promesse del rugby continentale.

– Il maratoneta: è quel genere di allenatore che fa della fatica e del dolore il suo punto di forza. Così ti trovi il lunedì mattina a correre in montagna all’urlo di “tranquilli questo è scarico, domani faremo un po’ di fatica”. Oppure il venerdì sera a fare allenamento con i pesi alle caviglie.

Continua…