L’inizio dell’anno è da sempre, almeno per me, un momento in cui mi guardo indietro e ricordo. Ieri come tutti i giorni sono uscito a fare due passi con il cane e, una volta arrivato nei pressi dello stadio di rugby, mi sono soffermato a pensare. Non come di solito mi capita a momenti di vita rugbistica vissuta in prima persona, ma ad una “figura”che ha accompagnato tutti i miei esordi e che non ho mai conosciuto direttamente. Io lo chiamo “l’anziano da bar”. È un signore di bella presenza, elegante e curato nei particolari che ha fatto tutto, ha vissuto ovunque e ha praticato ogni genere e tipo di sport, sempre con grande successo. Nel mio caso tutti lo chiamavamo Signor Tony. La prima volta che ho avuto a che fare con lui avevo all’incirca sette anni e, abitando vicino allo stadio, i miei genitori mi lasciavano andare ad allenamento il sabato da solo. In quell’occasione il Signor Tony, vedendomi bello impacciato sotto il diluvio, mi ha concesso un attimo del suo tempo accompagnandomi sotto l’ombrello fino all’entrata del campo da rugby. Prima di lasciarmi all’allenamento mi ha salutato dicendomi “Rugbista eh…bello sport, lo praticavo da ragazzino. Segui nella vita reale i valori che ti trasmette e diventerai un uomo”. Chiaramente solo in seguito ho capito cosa significava quella frase, che è anche stata l’unica che Tony mi ha rivolto per tutto il resto della nostra “amicizia”. Eh si, perché per i successivi 12 anni di permanenza nella squadra della città  il nostro rapporto si è limitato a dei cortesi saluti, entrando allo stadio e tornando a casa a fine allenamento o partita. Il Signor Tony però, forse perché quella volta sotto la pioggia gli avevo fatto simpatia, non si è più perso una partita della “mia” squadra: mi pare di vederlo ancora dietro la rete del campo, solitario in silenzio, che guarda la partita, fumando il sigaro. Pioggia, neve, grandine, freddo, lui c’era sempre. In ogni ricordo importante della mia giovinezza sportiva Tony c’è, sempre in silenzio e marginalmente ma c’è. Nel momento in cui non l’ho più visto al campo e al bar, ho capito che “aveva passato la palla” e mi sono recato al suo funerale. Se n’era andato in silenzio, ma aveva lasciato dietro di se un’infinita scia di amici e racconti. Arrivato in chiesa con il solito ritardo mi sono trovato davanti un muro incredibile di gente e di sportivi, c’erano calciatori famosi, ciclisti di livello, tutta la storia del rugby cittadino, canottieri, maratoneti di ogni età, centometristi, saltatori, pesisti, cestisti, golfisti, pallavolisti, insomma c’era davvero tutta la città sportiva. C’era tutto quel mondo dello sport che tanto piaceva al Signor Tony e che, sempre con cortesia e interesse, aveva accompagnato al centro sportivo, dalla sua posizione privilegiata di “anziano da bar”. Che dire… in quella apparentemente triste giornata mi sono sentito felice, perché non ero stato l’unico a cogliere l’intelligenza e la dignità di una persona che evidentemente ha “accompagnato ad allenamento” un bel numero di sportivi e di uomini.