Ciccio, nell’ultima birra ti avevo chiesto il pagellone sui tuoi ragazzi e mi hai detto che una cosa del genere meritava una birra a sé stante. Figurati, per una birra gratis farei questo e anche altro, quindi iniziamo. Prima però, ormai i nostri lettori questa domanda la aspettano come io aspetto il momento delle ferie, che birra mi stai facendo bere oggi?
Qua la cosa è lunga, quindi abbiamo bisogno di una birra leggera ma serissima! Al Lucernaio Pub oggi il nostro Gianni Tumino ci spilla una The American Dream del birrificio danese Mikkeller, una lager premium zeppa di luppoli americani che ti si schiantano dentro le narici! Fresca, beverina, profumatissima… oggi faremo tanta pipì!

Allora, cominciamo con i voti e, se ce la fai, con i commenti. Partiamo con chi ha giocato solo la prima parte della stagione e poi è ritornato alla “casa madre”, i 4 dell’Audax: Massimo Avola, Emanuele Minardi, Massimiliano Nicita e Alessandro Bellina.
Gli audaxini, fin quando hanno vestito la maglia biancoazzurra, hanno dato il loro contributo tutte le volte in cui sono stati chiamati in causa. A “Noccio” Minardi do un 6 perché avrei voluto vedere il suo talento e la sua esperienza nella fase calda del campionato. Nella tiratissima partita con Reggio, all’andata, si è intravisto cosa avrebbe potuto dare nel girone di ritorno. A Sandro Bellina assegno un 7, perché ha sempre dato l’anima e ha avuto il merito di realizzare all’ultimo secondo la meta con la Primavera che ci consentì di prendere il punto bonus, punto che alla fine si è rivelato fondamentale. Max Nicita e Massimo Avola hanno giocato solo 4 partite. Non è stato facile per loro calarsi nei ritmi di allenamento della B e qualche difficoltà l’hanno avuta, però la voglia, fino a dicembre, non è mai mancata: 5. Peccato non aver mai potuto disporre di Giordano Pluchino, è un gran bravo ragazzo, meritava un’occasione.

Visto che siamo in tema “audaxini”, dimmi dei due che invece sono rimasti in biancazzurro: Mario Bella e Adriano Scrofani.
A Mario “Peppa Pig” Bella non posso non dare un bel 7. Ha dimostrato innanzitutto grandissima serietà dando tutto ciò che poteva; quando è entrato dalla panchina si è rivelato decisivo, in particolare nella fondamentale vittoria con la Partenope. Peccato per l’infortunio che gli ha impedito di esserci nel finale con Avezzano e Rieti. Adriano invece lo sfascerei di legnate ogni giorno. A mio modo di vedere, potenzialmente è il trequarti più forte di questo girone ma i tre mesi di squalifica e gli infortuni da Dr House ne hanno segnato il rendimento. Però, tutte le volte in cui è sceso in campo, è stato decisivo: 2 mete con Viterbo nei primi 5 minuti e la meta della vittoria con Napoli. In totale fa un bel 9. Li voglio entrambi con noi l’anno prossimo perché hanno l’esperienza e il talento necessari per il gruppo, gruppo nel quale, tra l’altro, si sono calati alla perfezione.

Passiamo ai paduini “full time”, e iniziamo con chi ha giocato meno: Damiano Ortolano, Giovanni Raspaglia, Stefano Russo, Giorgio Criscione, Gianluca Tumino, Saro Di Maria e Giuseppe Garozzo.

Ortolano, Criscione, Gianluca Tumino e Di Maria purtroppo hanno solo assaggiato la B perché il lavoro e lo studio spesso li ha forzatamente allontanati dal campo. Non posso dare un voto ma solo augurare loro di poter esserci nella prossima stagione, lo meritano. Raspaglia è sempre stato uno dei leader della mischia e, prima di andare all’estero per motivi di lavoro, ha dato tutto nonostante giocasse senza una caviglia. I suoi sacrifici nella vittoria con Reggio sono stati enormi. Un pezzettino di salvezza è suo. Discorso a parte meritano Garozzo e Russo, due ragazzi che, dopo 3 mesi di serie C al Rac (i loro primi tre mesi di rugby), hanno subito mostrato doti tecniche e umane e un’attitudine al sacrifico e al lavoro che ha spinto i tecnici del Padua a richiamarli in maglia biancazzurra. Non si poteva fare scelta migliore, visto come hanno tenuto il campo con squadre come Colleferro, Primavera e Reggio, contro avversari esperti. Questo fatto li deve rendere orgogliosi e deve dare loro ancora più forza per il futuro. Infine, un plauso va fatto al nostro Emanuele Licitra che solo a Gennaio si è avvicinato al mondo del rugby e che sta lavorando tantissimo per mettersi al livello dei compagni. Mezzi e volontà ci sono tutti.

Buona ‘sta birra… però mi sa di poco. Me ne offri un altro bicchiere? E dato che siamo in tema di “poco”, parliamo di ha giocato poco, non tanto come presenze ma più che altro come minutaggio totale: Enrico Tirone, Giorgio Carbonaro, Giovanni Tumino, Ciccio Migliorisi, Lorenzo Castiello, Eugenio Lo Presti, Fabio Baglieri, Stefano Tumino e Paolo Bellio.
I bassi minutaggi sono legati a problematiche diametralmente diverse. Enrico Tirone lo abbiamo potuto avere solo a sprazzi ma quando c’è stato si è sentito, eccome, sia in campo ma soprattutto in autobus microfono in mano! Memorabili i suoi deliri post Avezzano in trasferta e post spareggio! Tornando seri: buono il suo contributo, in particolare nell’ultima giornata contro Rieti. 6,5. Bellio non poteva partire in trasferta per motivi di lavoro, idem Lo Presti. Giovanni Tumino e Ciccio Migliorisi si sono fermati per infortunio. Castiello è tornato al Padua a Gennaio. Diversa la situazione di Carbonaro, Baglieri e Stefano Tumino che, giocando i primi due all’ala e in terza linea l’ultimo, hanno trovato notevole concorrenza in due ruoli dove il Padua è ben coperto. Ma quando hanno avuto le loro occasioni le hanno sempre sfruttato dando un contributo indispensabile. Ogni tanto, come dice coach Vinti, qualche “crisi mestruale” l’hanno avuta, ma sempre per il troppo amore per questa maglia.

Adesso il gruppo della “scuola materna”, quei ragazzi che arrivavano dall’Under18 ma che hanno giocato come dei veterani: Ottavio Modica, Marco Giallongo, Marco Marlin, Albert Di Grandi e Marco Muccio.
Il Padua degli ultimi 5 anni è un Padua che lavora inserendo sempre i giovani in prima squadra. L’obiettivo è quello di diventare sempre più grandi e i ragazzi che hai citato saranno l’ossatura futura di questa squadra. Giallongo è un mediano di personalità, sa guidare la mischia e non ha paura di prendere decisioni importanti in campo (a tal proposito, dalla partita spareggio ho ancora in atto un infarto, lui sa a cosa mi riferisco), è un ottimo placcatore e, se rimane umile, sarà il mediano del Padua per tanto tempo. Ottavio Modica gioca apertura con la semplicità e la leadership del veterano. A volte fatica a capire che può fidarsi di se stesso e provare a bucare se gli avversari commettono errori ma a 17 anni è fisiologico. Abbiamo una gran bella linea mediana per il futuro. Di Grandi è quello più rugbisticamente maturo. Giocando terza linea è chiaro che i compiti sono ben diversi, a lui si chiedono placcaggi, touche e fisicità, tre cose che fa divinamente, basta chiedere a qualche suo collega ben più esperto, che di giri in giostra gratis, con lui in campo, ne ha fatti diversi. Marlin è un atleta naturale. Quella corsa e quel cambio di passo o ce l’hai o non ce l’hai. Deve solo ascoltare di più i compagni più grandi ed essere più umile, ma sono certo che il definitivo passaggio in prima squadra, da questo punto di vista, gli potrà soltanto giovare. Muccio è un giocatore su cui contiamo molto per il prossimo anno. Ragazzo serissimo, gran lavoratore, è uno di quelli in allenamento si allena meglio e ti fa allenare al top. Ne vorrei cento come lui. A tutti do 8, un voto che deve essere da stimolo al sacrifico e al lavoro. Se continueranno così potranno togliersi, e farci togliere, tante soddisfazioni.

Dimmi di Giuseppe Modica, Andrea Solarino, Andrea Battaglia e Antonio Modica, il quartetto che è andato vicino ai mille minuti di gioco.
Peppe Modica ha fatto una buona stagione, la sua prima in B. Dopo un inizio difficile all’ombra di Minardi ha avuto la sua occasione ad Avezzano, dove arrivò la prima vittoria in trasferta; quella partita giocò a mediano di mischia ma ci impressionò per la gestione di alcuni contrattacchi che ci convinsero a schierarlo estremo: da quel momento, a parte l’infortunio sul finale di stagione, non è più uscito dal campo, dimostrando le sue qualità in entrambi i ruoli. Ha commesso qualche errore di ingenuità ma l’esordio in B è da considerarsi più che positivo. 6,5.
Anche Andrea Solarino ha avuto un inizio molto difficile. Con Dipasquale non vedeva quasi mai il campo e la sua stagione praticamente è cominciata a Rieti all’ultima di andata. Da quel momento ha alternato buone prestazioni ad altre un po’ sottotono, ma nel momento decisivo della stagione ha trovato l’energia e la forza mentale per dare il contributo che uno della sua esperienza deve dare a questa squadra. 6.
Di Andrea Battaglia ne vorrei quindici in serie! A volte lo ammazzeresti per i gialli idioti e le punizioni stupide, però la sua intensità, la sua fisicità, la sua attitudine al lavoro in campo e in palestra sono encomiabili e determinanti. Si è alternato tra terza (il suo ruolo naturale) e seconda linea, dove ha contribuito a risolvere un bel po’ di problemi in mischia chiusa. A mio modo di vedere uno dei migliori in stagione. 8.
Tutti, qualcuno in particolare, dicevano che Antonio Modica in serie B non avrebbe potuto giocare a tallonatore. Il ragazzo invece ha dimostrato non solo di poterlo fare ma di farlo egregiamente. È migliorato tantissimo in fase di lancio e, anche se deve correggere qualcosina nelle legature, i progressi in questo ruolo, nel quale ha giocato soltanto mezzo anno in serie C, sono sotto gli occhi di tutti. 7.
Ciccio, inizia a girarmi la testa ed è già la seconda volta che vado in bagno. E se ci fermassimo qui? Magari ci si rivede sabato prossimo per parlare della Top Ten dei più presenti in maglia biancazzurra, mentre per la “classica” birra con Ciccio ci si rivede come al solito martedì. Che dici?
Dico sì, e corro al bagno anch’io.
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