Di Roberto Pecoraro
UNION Messina – IRON TEAM Palermo 36 – 20
Il primo tempo una squadra sfiduciata controfigura di sé stessa, fa di tutto per regalare mete agli avversari e lo fa con la rassegnazione più miserevole. Nella galleria delle castronerie c’è di tutto: indecisione sui calci, difesa priva di un’organizzazione, scarsa concentrazione e scelte di formazione da rivedere. Le mete della Union padrona di casa sono 4 soltanto nel primo tempo. La prima arriva dopo solo 4 minuti in seguito ad un’azione al piede. Segue una segnatura in superiorità numerica causa temporanea uscita per infortunio di La Marca. Completano il computo parziale una meta segnata da azione di touche sui 5 metri e un’altra realizzata per gentile concessione della linea di difesa palermitana ansiosa di concedere un invitante buco al giocatore messinese.
Il secondo tempo l’IRON TEAM gira la chiave e si accorge che assenze o no quel risultato dipende solo dai 15 che vanno in campo. Non c’è spazio per fare i cambi programmati a causa di un’altra inferiorità temporanea stavolta per cartellino giallo ai danni di Compagno colpevole di reiterata indisciplina sui punti d’incontro. Sembra piovere sul bagnato verrebbe da dire ma qui esce fuori l’anima di questa squadra, lo spirito IRON che sembra sfidare tutto e tutti anche quando non ci scommetteresti 1 centesimo. Si esauriscono i 10 minuti del cartellino giallo e Stefano può effettuare le sostituzioni.
Il motore è già riscaldato il pit-stop ultimato e allora giù a tavoletta a rincorrere questa prima della classe fin qui eccessivamente temuta. La mischia prende l’iniziativa e si cominciano a conquistare metri trascinati da Ficarotta e Montagna. La meta arriva con il mediano Martorana a seguito di una splendida corsa facilitata dal lavoro del pacchetto di avanti. La tre quarti rivisto l’assetto tattico gioca con più convinzione e manda in meta Settineri e Sabeino.
Union alle corde e IRON TEAM sotto 5 mete a 3 che va vicinissimo in diverse occasioni alla quarta segnatura. L’ultimo quarto di gara regala emozioni a tutti i presenti e mostra un gigante che comincia a vacillare. Gli IRON arrivano troppo vicini alla meta tanto da regalare (secondo la legge di Murphy) l’ultima meta della partita agli esausti messinesi.