Le società rugbistiche friulane hanno avuto il tanto atteso confronto con il presidente della Federazione Italiana Rugby, Alfredo Gavazzi. A seguito della decisione federale di staccare il Friuli Venezia Giulia dal comitato interregionale delle Venezie (Civ), tutte le realtà regionali, spiazzate e dubbiose, hanno chiesto al Presidente Gavazzi, tramite una lettera ufficiale, un incontro chiarificatore. La risposta federale non si è fatta attendere e la riunione si è tenuta all’Hotel Santin di Pordenone, mercoledì 23 ottobre; protagonisti del meeting, il Presidente della Fir, chiaramente e Francesco Ascione, coordinatore del progetto tecnico italiano e “braccio” operativo dello stesso numero uno federale. Per il Friuli, invece, c’erano tutti i presidenti delle diciassette società regionali, più qualche semplice uditore, arrivato per capire meglio le mosse future della nuova guida federale. L’incontro si è svolto in maniera oltremodo tranquilla: il presidente Gavazzi ha risposto alle domande, precedentemente preparate dai rappresentanti regionali e, a conclusione della riunione è avvenuto un confronto diretto, al fine di risolvere eventuali ultimi dubbi o incomprensioni. Quanto emerso, è molto importante ai fini del futuro movimento rugbistico regionale: il Friuli Venezia Giulia dovrà diventare un comitato autonomo e questo rappresenta un passo tanto importante quanto impegnativo per tutto il movimento regionale. I vantaggi sono indubbiamente tanti, ma altrettante sono le difficoltà. Se da una parte c’è il sostegno della Federazione, sia monetario , che di formazione di tecnici, preparatori atletici e formatori scolastici, dall’altro c’è la consapevolezza di dover riorganizzare un po’ tutto il rugby giocato in regione, ragionando su nuovi equilibri e collaborazioni. «Questo cambiamento non può che essere positivo per il Friuli» sottolinea il Presidente Alfredo Gavazzi «la decisione presa è stata solo un’attuazione, di quanto avevo già espresso nel mio programma elettorale, è stata una cosa pensata, non fatta d’istinto. Quello che sta accadendo in Friuli, infatti, avverrà presto anche in altre regione: il Molise, la Basilicata,  in Valtellina e nella Val d’Adige. Questa zona ha i numeri per poter diventare un comitato, personalmente, mi auguro che questo accada nel minor tempo possibile. Ci sarà un delegato federale a gestire il tutto, nella prima fase di transizione, ma ci tengo a sottolineare che questa figura sarà in costante e continuo confronto con il volere dei protagonisti, ovvero le società. La volontà federale è di favorire il movimento, non certo di metterlo in difficoltà».