Il Sistema Accademie voluto dalla Fir è uno degli argomenti più controversi nel mondo della pallovale italiana. I detrattori non mancano, ma a spezzare una lancia nei confronti del progetto federale ci sono anche voci autorevoli. Come Georges Coste, storico coach della nazionale azzurra che sul finire degli anni Novanta conquistò, a suon di vittorie pesanti, l’ingresso nel Torneo delle Sei Nazioni. Un monumento del rugby italiano, che si è espresso sulla materia a margine di un incontro con la delegazione del Friuli Venezia Giulia, guidata da Francesco Silvestri, giunta con i suoi Under 16 a Perpignan per uno stage tecnico. “In Italia è la federazione ad avere le risorse, non certo i club – ha esordito – e senza risorse importanti è impossibile impostare un lavoro di qualità”.

“In Francia è diverso perché la situazione economica è diversa. Qui i club sono ricchi e possono permettersi di mantenere in casa strutture di alto profilo. Il Perpignan investe un milione e settecentomila euro all’anno sulla propria accademia. Dieci milioni vanno alla prima squadra e agli Espoirs, un budget (il 14esimo tra i club francesi ndr) che equivale a quello di tutte le squadre italiane d’Eccellenza messe assieme”.

“Il modello accademie federali è l’unico percorribile oggi in Italia – ha continuato – come d’altronde avviene anche in Argentina. Ma con delle correzioni. Oltre alle accademie zonali, andrebbero create anche 2-3 accademie meritocratiche, almeno a livello Under 18, dove far confluire l’élite del élite. E queste dovrebbero avere l’occasione di confrontarsi sistematicamente con le omologhe realtà francesi ed anglosassoni”.

“L’idea di smantellare le accademie per riportare tutto il lavoro della formazione nei club – ha concluso – al momento in Italia non è percorribile, anzi, sarebbe una follia”.

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