Dominguez è stato il primo in Italia che ci ha fatto innamorare del piazzato. Con il suo calcio ci incantava. Vedere la palla volare tra i pali permetteva a tutti, grandi e piccini, di sognare e immaginare di ripetere, un giorno, le sue stesse imprese, i suoi stessi calci piazzati. Oggi abbiamo la fortuna di avere due grandi giovani piazzatori: Allan e Canna. Ma come si arriva a calciare a quei livelli? L’ impegno è tutto e poi c’è una componente di tecnica notevole. Sappiamo tutti, però, che i posti per determinati livelli sono “limitati”, in ogni caso possiamo ripetere lo stesso gesto, con la stessa precisione e la medesima dedizione in qualsiasi campionato. Vediamo come.

La spiegazione di come calciare dalla piazzola richiederebbe una bibbia, e forse non basterebbe ancora, ma possiamo condensare il tutto in alcuni punti, i seguenti: dove colpire la palla, la traiettoria e il punto dove l’ovale dovrà arrivare.

Generalmente ci sono due punti in cui è possibile colpire la palla: il primo sulla punta (la parte rivolta verso terra) e il secondo è leggermente all’interno della linea della cucitura (internamente al punto di prima). Wilkinson calciava in questo modo invece Paterson, storico mediano d’apertura dellaScozia, era abile a calciare colpendo il pallone sulla punta. Analizziamo la cosa più nello specifico: calciare sulla punta è logico, anche perché si va ad imprimere forza lungo la linea della palla che servirà per farle percorrere una traiettoria dritta. Wilkinson colpiva la palla internamente per un semplice motivo: perché la nostra gamba ha un “difetto” fisiologico per cui tende a chiudere verso l’interno; in questo modo l’apertura inglese andava a compensare questa imperfezione modificando il punto di contatto. In conclusione, come si deve piazzare un pallone? Prendendo ad esempio Wilkinson e Paterson, possiamo dire che entrambi avevano alte percentuali e che quindi è importante “il dove” colpire il pallone, ma allo stesso tempo non è fondamentale. Perché? E qui passiamo al secondo punto: la traiettoria.
La palla seguirà la traiettoria a seconda del movimento del corpo. L’importante è lavorare sempre su una linea, seguendo come riferimento la cucitura della palla. Questo ci porta al terzo punto: dove arriva la palla? Quello lo decidi tu.
Questa è una componente mentale determinante, concentrarsi su un punto oltre i pali in cui si vuole che la palla arrivi. Più il punto è preciso più precisa sarà l’informazione che darai al corpo. E’ come quando guidiamo, giriamo il volante a destra per svoltare a destra, è un comando preciso alla macchina e lei lo fa, così siamo anche noi. Il tutto fa tornare a scuola, vi ricordate quando si studiava geometria? Due punti formano una retta, questo deve essere il pensiero quando vogliamo calciare dalla piazzola: determina il punto sulla palla, trova il punto oltre i pali e segui la retta del pallone con tutto il corpo.

Alessandro Franzo