La corsa del Padua non conosce ostacoli e sembra non fermarsi davanti a nulla.

Non ci sono riuscite, oggi, nemmeno le Aquile di Enna che hanno provato per tutto il primo tempo a resistere all’assalto biancazzurro, per poi cedere di schianto nella seconda frazione di gioco.

Troppo forte il Padua di oggi, troppa la differenza tra le due squadre.

Dopo il minuto di silenzio in onore delle vittime del disastro di Barcellona Pozzo di Gotto, la prevista Cus Catania-Aquile del Tirreno Barcellona non si è disputata per dare modo ai giocatori giallorossi di continuare a dare una mano ai propri concittadini nello sgombero del fango, i ragusani partono subito forte e costringono le Aquile nei propri ventidue fino al quarto minuto, quando cioè il carrettino ibleo, nell’occasione guidato da Antonio Modica, non riesce ad entrare nell’area di meta giallonera. Giovanni Gurrieri, oggi nelle vesti di calciatore, oltre che di apertura, per l’assenza nel XV di partenza di Peppe Iacono, sbaglia la difficile trasformazione. 5 a 0.

Il Padua sembra padrone della partita ma, come accade spesso quest’anno, si ferma a guardare la propria bellezza e perde di vista il filo dell’incontro. Vengono così fuori gli ennesi e la partita si fa più equilibrata, con improvvisi capovolgimenti di fronte senza che però sortiscano effetto né da una parte né dall’altra.

Ma il Padua di quest’anno non è secondo a nessuno e quando decide di giocare son dolori per tutti.

Al 21° il XV di Peppe Gurrieri stabilisce che è finita la ricreazione e che è arrivato il momento di piazzare la seconda zampata della giornata. A darla è ancora Antonio Modica, bravo ad inserirsi nella linea dei trequarti e ad andare indisturbato in meta. Seconda occasione di trasformare per l’apertura Gurrieri e seconda occasione fallita. 10 a 0.

Il Padua sembra voglia giocare al gatto con il topo. Così, segnata la seconda meta, si rimette a giochicchiare e bisogna aspettare il trentottesimo perché arrivi la terza segnatura. I biancazzurri premono sull’acceleratore e chiudono per diversi minuti gli avversari dentro i propri cinque metri, con gli ennesi che non riescono a fermare le folate iblee se non con ripetuti falli. Alla quinta opportunità, dopo che nella precedente azione Giovanni Raspaglia è costretto ad uscire per una botta rimediata in una ruck, al suo posto entra Daminao Stracquadaini, finalmente Gabriele Calamaro trova il buco che gli permette di andare a schiacciare in meta. Questa volta il piede di Gurrieri è preciso. 17 a 0.

Non c’è tempo per riprendere il gioco e l’arbitro, un buon Tito Scopelliti di Messina, manda i giocatori negli spogliatoi.

La seconda frazione inizia con un fallo di Giovanni Tumino sulla linea dei propri 10 metri. Abbate decide di piazzare ma il suo calcio si perde a lato. Poi è ancora Padua, anche se si tratta di una supremazia sterile.

Al 50° l’episodio che virtualmente chiude la partita. Castellano commette il quarto fallo consecutivo in ruck e l’arbitro lo manda a riposare per 10 minuti, ma il giallo si trasforma in rosso quando il giocatore ennese manda a quel paese il signor Scopelliti.

Nell’azione che segue è Paolo Iacono a marcare la meta del bonus. Stefano Iacono trasforma. 24 a 0.

Prima che si riprenda a giocare, Peppe Gurrieri fa uscire Giorgio Carbonaro, Giuseppe Puglisi e Giovanni Gurrieri e getta nella mischia Damiano Ortolano, Eugenio Lo Presti e Peppe Iacono.

Quattro minuti dopo, per un placcaggio alto, è Gabriele Calamaro a finire sul taccuino dei cattivi e ad accomodarsi per dieci minuti dietro i pali avversari.

L’Enna respira.

Al rientro in campo di Calamaro, l’uomo in più, oltre la stanchezza degli ennesi e il maggior tasso tecnico degli iblei, fa la differenza.

In tredici minuti i ragusani violano per ben quattro volte la meta avversaria con Enoc Valenti, al 67°, Andrea Solarino, al 70°, Giovanni Tumino, al 73°, e Gabriele Calamaro, al 77°. Delle quattro, due sono trasformate da Peppe Iacono.

Negli spogliatoi coach Cammarata riconosce la superiorità della squadra azzurra, mentre Peppe Gurrieri si gode la netta vittoria e il primo posto in solitario.

Uomo partita: Saro Di Maria, che ha saputo dettare i tempi alla propria mischia. (ondaiblea)