Di Valerio Amodeo

Arrivati ormai vicino alla fine della stagione è tempo per tutte le società di tirare le somme e iniziare a programmare il prossimo anno. Infatti, i campionati seniores sono prossimi alla fine e mentre cominciano i playoff per i campionati giovanili, la propaganda fa divertire i piccoli rugbysti nei vari tornei sparsi per lo stivale.

Nel frattempo è ancora forte l’eco degli ottanta mila dell’olimpico e della vittoria scaccia cucchiaio contro la Scozia. Vista così la realtà ovale sembra essere l’isola felice, un mondo diverso fatto di valori, emozioni, cuore e fango.

Certamente il rugby è tutto questo, per lo meno nella maggior parte dei casi e considerando la maggior parte degli individui che vivono e rendono possibile questo mondo che sembra essere un’anomalia sia sportiva sia civile.

Non sempre questo, però, corrisponde alla realtà dei fatti. Infatti, scavando nel profondo, ci troviamo di fronte a realtà che rischiano di minare le abitudini e le regole che da sempre contraddistinguono la nostra amata disciplina.

Si comincia a sentirne di tutti i colori e certe son davvero brutte: ad esempio si scopre che ci sono società che falsificano le copie dei documenti (nonostante l’autentica del presidente) per far giocare questo o quel giocatore non tesserato e si arriva a membri di società concorrenti che si fingono dirigenti dei rivali nel tentativo di cancellare l’iscrizione della società da un torneo, con l’unico scopo di danneggiare i concorrenti.

Questo è sinceramente aberrante. Certi soggetti non meritano nemmeno di  avvicinarsi ad un campo da rugby.

Magari sono le stesse persone che si riempiono la bocca di sorrisi e frasi fatte sul rugby, sui valori, sull’onore e il rispetto dell’avversario, ma che non si fanno scrupoli poi a tramare, per futili fini, sulla pelle dei loro stessi tesserati o su quella di ragazzini.

Ma vi rendete conto? Falsificare un documento di un giocatore con il fine ultimo di vincere una partita. Perfetto, e poi? Cosa dire al ragazzo che resta fuori,  alla eterna riserva  sempre presente al campo, che vede sfumare per un sopruso la possibilità di giocare. E questo senza considerare l’aspetto legale della vicenda.

Ancora peggio per quel che riguarda il tentativo di cancellazione dell’iscrizione di un torneo per danneggiare una società rivale. Unico risultato possibile? Rendere infelici dei poveri ragazzi che nulla hanno a che vedere con le politiche societarie.  Quello che mi chiedo è con che coraggio il giorno dopo queste persone si presentano al campo sorridendo ai genitori dei loro giovani atleti, senza pensare cosa proverebbero se lo stesso fosse fatto a loro.

Ho solo una parola VERGOGNA.