I ragazzi del Salento Rugby riescono dopo 80 minuti molto fisici ad espugnare il Velodromo “Lello Simeone” di Barletta che si conferma campo ostico, dove i padroni di casa, ad oggi non hanno ancora subito mete.

Alle 14.55, in un campo pesante, a tratti fangoso, sotto un cielo terso, il fischio di inizio del Sig. Amodio vede il calcio di invio a favore dei Draghi, ma è il Salento a farsi avanti e dopo soli tre minuti ad ottenere una punizione in posizione centrale nella metà campo del Barletta. Il mediano d’apertura Nestola sceglie la via dei pali e trasforma. Il Salento Rugby si trova immediatamente in vantaggio, un 3 a 0 che fa ben sperare.
Al quinto minuto la prima mischia ordinata, con introduzione a favore dei Draghi, vede il pacchetto degli avanti salentini ben organizzato e lo sviluppo dell’azione porta i giocare costantemente nella metà campo dei padroni di casa che, sotto pressione, concedono una punizione al decimo ma Nestola non trasforma.
Intorno al quarto d’ora di gioco, sempre dallo sviluppo di una mischia ordinata ma con introduzione salentina, il Sig. Amodio concede un’altra punizione nei 22 avversari, ma in posizione decentrata. Sempre Nestola dalla piazzola non centra i pali.
Dopo appena due minuti nuovamente “tarantati” protagonisti di un’azione che li porta vicini alla meta: da una punizione si ottiene una touch nei 22 avversari, rapida si sviluppa una maul che i Draghi fanno crollare; dal successivo calcio di punizione, utilizzato per conquistare vantaggio territoriale, nasce una touch e conseguente maul nei 5 metri dei padroni di casa ma l’azione sfuma e il punteggio rimane fermo sul 3 a 0. .
Al venticinquesimo una mischia ordinata in posizione centrale nei 22 avversari porta nuovamente i Salentini vicini alla linea di meta, la punizione contro i padroni di casa per ingaggio anticipato frutta 3 punti grazie al piede di Nestola: 6 a 0. Si attende solo la meta per concretizzare la superiorità assoluta vista sino a questo punto dalla compagine salentina.
Ma i Draghi crescono e in meno di 5 minuti agguantano il pareggio grazie a due punizioni in zona centrale realizzate da Pacini: 6 a 6.
L’ultima azione del primo tempo si conclude con un piazzato di Nestola fuori dalla 22 avversaria che si spegne oltre la linea di pallone morto senza centrare i pali. Nei pochi minuti di riposo cresce la consapevolezza della proprie potenzialità e Fabio Rago, in panchina perché non al meglio, sottolinea ai compagni l’importanza di “starci dentro con la testa”, cinque minuti di buio avevano pregiudicato oltre 35 di sacrifici in attacco.
Al fischio di inizio del secondo tempo, alle ore 15.43, seguono una serie di azioni e di mischie ordinate nella metà campo dei Draghi, ma la sostituzione di Brogno Luciano per Cedric Chaboud vede perdere consistenza al pacchetto di mischia salentino, ma acquistare assoluta supremazia nelle touch.
Nei primissimi minuti di gioco, i salentini, sono a un metro dalla linea di meta avversaria, ma i continui pick and go non si concretizzano in meta per la fisicità degli avversari.
Al quinto minuto, viene ammonito il numero 8 Marcello Gomini per un gesto antisportivo. Palla allontanata e inferiorità numerica per il Salento che, per non perdere consistenza in mischia, cambia l’ala Gabriele Fina per Barrotta entrato a seconda linea.
I Draghi si affacciano quindi nella nostra metà campo, ma non sfruttano la superiorità numerica.
Tuttavia la squadra di casa non riesce a sfruttare il vantaggio e, dopo venti minuti di gioco, è il Salento a sfruttare una superiorità numerica grazie al giallo diretto a Pilato dei Draghi. La punizione centrale che ne consegue viene trasformata da Cossa: siamo sul 9-6.
La Salento Rugby continua il suo gioco nella metà campo avversaria, ma le azioni paiono molto statiche e si sviluppano al centro del campo. Tanta fatica e poco avanzamento.
Proprio come quando il seppur generoso Bianco (che certamente non si è risparmiato nei punti di incontro) non una superiorità numerica sul lato aperto e preferisce, ancora una volta, la centralizzazione.
Gli ultimi quattro minuti di gioco vedono il Salento ancora in inferiorità, per il giallo a Calò, difendersi affannosamente dagli attacchi dei Draghi della sesta provincia passati decisamente all’attacco e i salentini, memori di sconfitte avvenute negli ultimi scampoli di gioco, presi dalla tensione liberano spesso la palla senza costruire gioco.
Discutibili le scelte di gioco della squadra di casa che a due minuti dal fischio finale, per ben due volte, preferiscono calciare fuori altrettante punizioni ottenute nella 22 salentina, garantendosi così le touch, abilmente vinte dalla mischia ospite, anziché un piazzamento tra i pali. Dopo il recupero della palla arriva il liberatorio fischio arbitrale che pone fine ad un secondo tempo molto più fisico e stressante del primo.
Al termine della partita Capitan Ivano Abbate dichiara:« Sono soddisfatto per la vittoria della mia squadra ma bisogna lavorare ancora tanto; abbiamo concesso molto ai nostri avversari e non siamo riusciti ad essere cinici, soprattutto nel primo tempo, quando potevamo concretizzare al meglio il lavoro della nostra mischia. Onore ai Draghi Bat, squadra solida e corretta che ci ha dato del filo da torcere» per i Draghi parla il loro Coach, Francesco Nugnes, che dice:« Partita caratterizzata da un sostanziale equilibrio, ha avuto la meglio chi ha sbagliato meno. Grande rammarico per aver concesso troppe punizioni nel primo tempo e non essere stati incisivi nel finale di partita quando il guadagno territoriale non ha portato punti sul tabellino. Mi complimento con i ragazzi del Salento per la determinazione e la caparbietà messa in campo in tutti gli 80 minuti per raggiungere la vittoria».
Per il Salento, adesso, ci sarà un lungo stop forzato a causa dell’abbandono del campionato da parte del San Severo. I “tarantati” si dedicheranno all’organizzazione di piccoli eventi per la promozione della pala ovale nelle scuole e il 9 e 10 gennaio saranno presenti allo Snow Rugby di Tarvisio. La prossima partita in C2 sarà a Turi con il Rugby Club Granata il 24 gennaio 2016!

Salento-Rugby-Aradeo-Trepuzzi-ottobre-2013