L’Italia fuori dal Sei Nazioni: l’Inghilterra ci attacca per via del risultato, più che del gioco espresso a Londra. L’Italia e gli italiani si interrogano sul mantenimento della posizione nel Sei Nazioni. “Noi” giornalisti sguazziamo tra questi dubbi e scriviamo un’infinità di riflessioni pro o contro alla causa “azzurra”. Così anche io mi sento di dire un paio di cose: in Italia sono tante le cose che nel movimento devono cambiare, dagli investimenti sulla base, alla tutela del femminile, alla promozione dell’alto livello ovale in tutto lo stivale; detto questo (ed è solo una parte di quello che si dovrebbe e potrebbe dire) personalmente ritengo che il Sei Nazioni ce lo dobbiamo tenere stretto. La partecipazione a questo torneo ci serve per confrontarci con un rugby di altissimo livello e crescere. Certo, alcune cose andranno sicuramente cambiate a livello di “rugby italiano”, ma questo dovrà accadere dall’interno della federazione; noi esterni possiamo parlare e scrivere anche tutti i giorni, ma se non decideranno i vertici della Fir di dover rinnovare qualcosa, tutto rimarrà bloccato, fermo. Poi voglio essere positivo: la Francia ha vinto il suo primo Cinque Nazioni nel 1954, prima assieme al Galles, esattamente quarantaquattro anni dopo la sua entrata nel torneo (1910), per cui abbiamo tempo (sperando di ristrutturarci ben prima). Poi tutti ci criticano, ma ben tre sono i giocatori inserti nel XV ideale del secondo turno del Sei Nazioni 2015: super Morsi, capitan Parisse e la rivelazione Biagi. Di errori contro l’Inghilterra ne sono stati commessi tanti, la tenuta mentale nella seconda frazione di gioco è stata disastrosa, ma per noi è il caso di ripartire dalle note liete: Morsi, per l’appunto, un certo Masi finalmente schierato nel suo ruolo naturale, primo centro, un George Biagi che in seconda linea gioca alla grande, un Luke McLean superbo nel ruolo di estremo, un Edoardo Gori mai domo in mediana e un Tommaso Allan che quando entra cambia i ritmi di gioco. Solo ripartendo da quello che di positivo siamo riusciti fare potremmo toglierci qualche bella soddisfazione nel corso di questo Sei Nazioni: fare uno sgambetto alla Francia, ad esempio, lottare a viso aperto contro una Soczia in netta ripresa, così come fare la partita della vita contro un Galles sempre più d’alto livello.

@davidemacor

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