Non avevo proprio scuse. Una volta arrivato a Firenze per seguire il Sei Nazioni femminile, non potevo non scendere ancora un po’ e partecipare alla prima partita del Sei Nazioni maschile all’Olimpico. Per me, inoltre, si trattava di una prima volta da “giornalista”, perchè nel corso degli ultimi anni non ero masi sceso per partecipare attivamente alla manifestazione ovale. Bene, cosa mi è rimasto di questa giornata romana? Sicuramente la passione degli italiani verso questo sport, vedere uno Stadio Olimpico gremito di tifosi del rugby fa sempre piacere; poi la sala stampa, dove ho conosciuto molte persone con le quali, almeno fino a sabato, mi ero interfacciato solo tramite email o Facebook. Bene, finita la parte piacevole di questa mia riflessione passiamo alle “dolenti note”, ovvero parliamo di rugby giocato. Guardando la partita, già a fine primo tempo con l’amico Roberto Avesani di OnRugby.it riflettevo su una cosa: “ma è possibile che tutte le nostre avversarie facciano sfide incredibili contro il resto del mondo, per poi arrivare contro di noi e giocare…al nostro livello. Siamo così bravi ad “ammazzare il ritmo di gioco delle partite”?”. Possibile. Quello che è certo è che giocando solo in difesa non si va da nessuna parte. Questo lo hanno detto e ridetto tutti quelli che hanno visto la partita. Giusto. Però voglio essere positivo e pensare che, partendo da questa agguerrita difesa, si debba costruire il prossimo cammino azzurro nel Sei Nazioni 2015. E’ arrivato il momento di osare. È arrivato il tempo di fare quel qualcosa in più per tirarci fuori da una situazione imbarazzante. A parer mio è tempo di uscire dalle “onorevoli sconfitte” e pensare di prenderci qualche scalpo importante. Ma come fare? Per questo c’è una squadra di tecnici che segue l’Italia in tutto e per tutto e io sono la persona meno adatta a dare consigli a dei seri professionisti. “Usiamo altri giocatori”, si sente spesso dire e io rispondo prontamente: “quali?!”. Dobbiamo imparare a sfruttare quello che di meglio abbiamo al momento e soprattutto dobbiamo avere la voglia di giocare “palla in mano”; la determinazione di mantenere i possessi, l’organizzazione di garantire i sostegni; ma analizziamo i reparti della nazionale:

Tallonatori: Ghiraldini con il trasferimento in Inghilterra ha fatto il definitivo salto di qualità ed è davvero sempre più forte e completo. Manici, invece, può crescere guardando ad uno dei più forti in Europa.
Piloni: io su Rizzo e Cittadini costruirei la mia prima linea. Questi due  atleti, infatti, sono stati troppo giovani per tantissimo tempo e ora, a forza di dirlo, sono diventati “vecchi”. Certo è che in attesa che esca qualche giovane virgulto, due piloni così devono far parte della rosa dell’Italia. Castrogiovanni è indubbiamente forte, Aguero sabato non mi è piaciuto per nulla. De Marchi e Chistolini ci stanno, per voglia e per le qualità che hanno.
Seconde Linee: la rimessa laterale va sistemata e questo è un qualcosa che è stato sotto gli occhi di tutti. Personalmente ritengo i vari Furno, Biagi e l’eterno Bortolami atleti completi e competenti in materia di mischia; ci sarà la giusta reazione a cominciare dalla difficile trasferta inglese.
Terze Linee: la perdita di Zanni rappresenta un duro colpo, ma le alternative ci sono. Aspettando Favaro e Barbieri, mi è piaciuta la prestazione di Barbini, senza dimenticare che Furno può giocare terza linea così come Biagi. Minto, poi, rappresenta il futuro. Parisse, invece, è il fuoriclasse; dovrà diventare il vero e proprio trascinatore di questo gruppo a cominciare dalle prossime sfide.
Mediani di mischia: Gori è un combattente e per me merita la maglia numero 9. Sbaglia? E chi non sbaglia nella vita. Un passo alla volta e sarà uno dei mediani di mischia più apprezzati d’Europa (per me lo è già).
Mediani d’apertura: io voto per Allan. Giocatore più fresco, voglioso di conquistare la maglia numero 10. Poi gioca in un ruolo non facile, lasciamolo crescere con calma. Haimona, se deve giocare, mettiamolo a centro.
Trequarti centro: Morisi e Campagnaro sono una coppia d’oro, il futuro di questa squadra. L’infortunio a Campagnaro, tuttavia, non ci voleva proprio, ma spostando Haimona la cosa si potrebbe risolvere senza troppi problemi (anche se il paragone tra l’isolano e Michele non regge, troppo forte il giovane italiano).
Ali/estremo: Mclean migliorato in maniera incredibile. Sarto è l’ala titolare e deve ancora far vedere quanto realmente vale e, nel momento in cui decideremo di sfruttare tutte le sue grandi qualità saranno veramente problemi per le difese avversarie. Masi, invece, contro l’Irlanda non ha fatto la sua miglior partita, ma da un giocatore così forte la reazione sarà immediata e ne vedremo delle belle a cominciare dalla sfida inglese.

 

I giocatori del futuro, aspettando i giovanissimi: Gori, Minto, Furno, Campagnaro, Morisi, Sarto, Allan, Barbini, Biagi, Favaro, Manici;

I leader: Parisse, Ghiraldini;

Le certezze: Masi, Barbieri, Chistolini, De Marchi.

Gli innesti da fare: Cittadini e Rizzo.

@davidemacor

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