Venerdì 12 giugno, la Club House del Rugby Rovato ospiterà la presentazione del libro ” Per la libertà. Il rugby oltre le sbarre”, scritto da Antonio Falda.

Edito da Absolutely Free, il libro ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Giustizia, del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, della F.I.R. e del Club Italia Amatori Rugby.

Per l’occasione, siamo lieti di accogliere tutti coloro che desiderino saperne di più partecipando

all’ happening che avrà inizio alle 18.

“Il rugby in carcere. Bisogna conoscerlo… Lo merita. C’è umanità, dolore, coraggio. E c’è voglia di stare alle regole”.

Il nuovo libro di Antonio Falda è il resoconto di un viaggio di 210 giorni fra gli istituti detentivi italiani alla scoperta di uno sport, il rugby, che più di altre discipline insegna il rispetto per il proprio avversario e l’attenzione alle regole e che, tramite il “Progetto Carceri” sviluppato e sostenuto dalla FIR, si fa strumento di sostegno sociale e occasione di recupero.

Una ricerca appassionante su come la pratica sportiva incida nell’animo delle persone. Storie di detenuti che nel rugby cercano il riscatto personale, di operatori che impegnano il proprio tempo libero per andare a insegnare il rugby in carcere, di uomini della Polizia che queste attività le hanno volute, permesse, promosse.

L’autore si è recato nel carcere minorile di Nisida e negli istituti detentivi di Terni, Torino, Monza, Frosinone, Porto Azzurro, Bollate e Firenze. Lì ha incontrato gli operatori esterni, gli educatori/allenatori, i direttori, i comandanti della polizia penitenziaria e naturalmente i detenuti, per vivere direttamente queste esperienze.

Un viaggio nel sociale in otto istituti di detenzione dove ci si ritrova a fare il tifo per ‘gli ultimi’, a fare squadra con loro e con chi cerca di aiutarli a riscoprire il lato buono delle regole.

Il contesto detentivo, che favorisce spontaneamente l’egoismo e la prevaricazione, si trasforma in un luogo dove cambiare è possibile, dove si scopre di avere ancora una possibilità di integrazione nella società grazie al rugby.

Arriva così quello che risulta essere il messaggio finale del libro: che si tratti di sport, oppure di arte o di teatro, l’importante è non mollare, non abbandonare chi ha sbagliato e sta pagando per i propri errori e dare a tutti coloro che lo vogliono un motivo e i mezzi per non cadere di nuovo. “Per la libertà”, infatti, non è solo il titolo del libro ma sono anche le parole usate da due delle squadre di cui si racconta come motto e incitamento.

Alessandro Geddo, neo Direttore Tecnico del Rugby Rovato, da tre anni è coinvolto in prima persona nel progetto “Mischia…moci, rugby in carcere”, un’iniziativa del rugby Monza per promuovere la pratica del rugby come sport di grande valenza educativa e sociale all’interno della casa circondariale del capoluogo brianteo.

Nel libro di Antonio Falda, Alex Geddo racconta da protagonista il rugby in carcere. Ogni settimana, insieme con Davide Siever, entra nell’istituto di detenzione per trascorrere un paio d’ore come educatore/allenatore. Descrive un allenamento, sottolinea come non voglia sapere che reati abbiano commesso i detenuti per non lasciarsi condizionare. “Stare sempre tra due porte chiuse, misurare ogni parola: il carcere, bisogna entrarci per capire davvero cosa sia. Un allenamento in carcere non è la stessa cosa di un allenamento nel Club. In carcere sono molto di più di un allenatore, dispenso briciole di libertà e buone sensazioni a persone che hanno poche occasioni di gioire. Insieme a noi c’è anche la direttrice che ancora una volta mostra il suo apprezzamento per il progetto che stiamo portando avanti ormai da quasi tre anni e sottolinea come il rugby abbia conquistato e convinto anche lei per i grandi valori che porta con sé”.

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