Nel 2013 il Valsugana Rugby Padova ha reclutato Polla Roux come director of rugby del club, perché si occupasse solo ed esclusivamente di curare la formazione dei tecnici. Il lavoro di Polla sta già producendo ottimi risultati e, a partire dalla s.s. 2014-2015, è stato potenziato mediante il coinvolgimento del Centro Studi e Ricerche Applicate al Rugby dell’Università di Verona, nella persona di Giorgio Da Lozzo, per seguire un altro ambito della formazione, quella rivolta ai preparatori fisici. In questo modo, con un responsabile per la crescita dei tecnici e uno per quella dei trainer, il Valsugana completa la strutturazione di processi formativi che, in ultima analisi, sono destinati a migliorare lo sviluppo di giocatori competiti. Formare i formatori, appunto, per formare le giovani promesse del rugby italiano.

Su questi temi Giorgio Da Lozzo ci ha concesso un’intervista, che tira il bilancio del suo primo anno di lavoro con i preparatori fisici del club di Altichiero.

Giorgio, partiamo da una domanda semplice: chi sei?

Ho 39 anni, sono il preparatore fisico della prima squadra del Mogliano Rugby e responsabile tecnico del Centro Studi e Ricerche Applicate al Rugby presso l’Università di Verona, dove insegno Teoria e metodologia del rugby, come professore a contratto delDipartimento di Scienze Neurologiche e del Movimento.

Cos’è esattamente il Centro Studi e Ricerche Applicate al Rugby?

Si tratta di un centro di ricerca fondato nel 2010 per migliorare la cultura sportiva del rugby, su basi rigorosamente scientifiche, e sostenere in questo modo la formazione di alcune figure professionali destinate a lavorare nel mondo della palla ovale, come i preparatori fisici, i tecnici e i nutrizionisti. Tutto questo attingendo anche da studi specifici condotti a livello internazionale.

Hai mai giocato a rugby?

Sì, come terza linea o centro, prima nelle giovanili del Benetton e poi nel Cus Padova, quando ho iniziato a studiare nell’ateneo patavino. Ho smesso a 28 anni per dedicarmi solo alla preparazione fisica, cominciando questa percorso professionale proprio al Cus.

Come hai incontrato il Valsugana Rugby Padova?

Tutto è cominciato grazie a Polla Roux, con cui ho lavorato insieme per tre anni, a Rovigo. Mi ha contattato lui e così dalla s.s. 2014-2015 ho iniziato a collaborare anche con il Valsu.

Ci puoi dire in cosa consiste questa collaborazione?

La mia è un’attività di coordinamento rivolta ai trainer del club, cui cerco di trasferire conoscenze, competenze, esperienze e metodologie proposte dal Centro Studi e Ricerche Applicate al Rugby. In questo modo indirizzo il loro lavoro e concordo i sistemi di valutazione degli atleti, secondo criteri di uniformità, e ovviamente valuto l’operato degli stessi trainer.

Come gestisci questi compiti all’interno del club?

In maniera diversificata, perché il mio ruolo prevede diverse funzioni. A partire dal tutoraggio diretto dei trainer, che osservo in disparte finché lavorano in campo, per restituire poi loro un feedback sull’allenamento svolto. Tengo anche seminari di aggiornamento su temi specifici, lavorando sia in campo o palestra sia in aula. Inoltre fisso riunioni periodiche con tutti i trainer per esaminare insieme il lavoro svolto e pianificare gli step successivi.

Quali prospettive dai alla collaborazione con il Valsugana?

Intanto lasciami dire che sono molto contento di questa esperienza, perché i trainer del club hanno accettato immediatamente la mia presenza e partecipano tutti con molto entusiasmo a quanto propongo. E anche l’organizzazione interna del Valsugana aiuta molto la riuscita del mio lavoro. Questo primo anno è servito soprattutto per verificare i margini di miglioramento, mentre dalla prossima stagione sarà possibile intervenire in maniera più mirata, anche con la partecipazione degli altri esperti del Centro Studi e Ricerche Applicate al Rugby.

Insomma, il Centro Studi e Ricerche Applicate al Rugby e il Valsugana rimarranno insieme anche per la s.s. 2015-2016?

Certamente, ci teniamo ad essere coinvolti nella progettualità di un club che ha intrapreso una strada innovativa e lungimirante, basato su metodi di lavoro e un sistema di valori condivisi da tutti i suoi tesserati, con molta convinzione.

Giorgio Da Lozzo