Nello sport i derby, si sa, sono speciali. L’agonismo si fa esasperato, i giocatori si affrontano con il coltello tra i denti, seppur sempre in modo leale, le partite sono tirate ed equilibrate fino alla fine. E non di rado ad uscire vincitrice è la squadra che sta peggio in classifica.
Oggi pomeriggio, al Petrulli di Ragusa, si è giocato il derby del capoluogo ibleo e, nonostante si sia trattata di una partita tirata ed equilibrata, a vincere è stata la capolista.
L’Audax Clan ci ha provato in tutti i modi a fare suo l’incontro, giocando con il cuore, provando a concretizzare ogni occasione che le si è presentata, ma di fronte ha trovato una squadra, il Padua Rugby, forte e quadrata in ogni reparto, anche se oggi è stata la difesa a fare la differenza, e, lo abbiamo notato e detto per tutta la stagione, cinica fino all’incredibile. Insomma, la capolista ha dettato la sua legge, ha imposto il ritmo alla partita e alla fine ha vinto più nettamente di quanto non dica il 6 a 14, anche se ad onor del vero, se dall’altra parte il piede di Salvatore Bellina fosse stato più preciso adesso staremmo a raccontare una partita diversa.
Che per l’Audax Clan fosse la partita del “dentro o fuori”, si è visto subito, quando al fischio d’inizio i giocatori in maglia nera si sono riversati nella metà campo ospite, cercando di mettere presto in chiaro come stavano le cose. Ma dopo una serie di batti e ribatti nei 22 biancazzurri, Bellina decideva che era giunto il momento di portare a casa il macinato tentando, e realizzando, un drop da poco oltre la linea dei dieci metri paduini. 3 a 0.
Ma la capolista è capolista non per caso e al calcio di rinvio si riversa nella metà campo dell’Audax decisa a far valere la propria superiorità e, dopo un paio di ruck nei 5 metri avversari, trova la meta grazie ad un’intuizione di Enoc Valenti, bravo a infilarsi in un buco lasciato incustodito dalla difesa nera. Peppe Iacono trasforma facilmente. 3 a 7.
L’Audax Clan, però, non ci sta a perdere, anzi, deve assolutamente vincere, così si mette ad attaccare a testa bassa.
Il Padua soffre in mischia chiusa, anche se probabilmente l’ingaggio della prima linea dei padroni di casa non è sempre corretto, e spesso è costretto al fallo per arginare gli attacchi degli avversari. Così già all’11° Bellina avrebbe l’occasione per avvicinarsi nel punteggio ma la posizione è molto angolata e il pallone si spegne al lato dell’acca.
La partita non è molto bella da vedere, poche sono le azioni che meritano di essere segnalate, ma nessuna porta punti alle due squadre.
Al 20°, per l’ennesimo fallo in ruck della difesa biancazzurra, Bellina riprova la via dei pali. La posizione è identica alla precedente, ma questa volta il risultato è diverso. 6 a 7 e tutto da rifare per il Padua.
Adesso si gioca per i centimetri. Le due mischie si fronteggiano con vigore e non c’è un pack che domina l’altro. Ogni tanto una folata dei trequarti, ma le difese fanno buona guardia.
Si arriva così al 37°, quando a Paolo Iacono viene fischiato un fallo per tenuto a terra. La posizione è invitante, una quarantina di metri, centrale e con il vento a favore, e Bellina ci prova. Ma oggi non è la sua giornata.
Si arriva così all’intervallo.
Il secondo tempo inizia così com’era iniziato il primo: l’Audax Clan in attacco e il Padua che si difende con un po’ di affanno.
Al 44° ancora un’occasione per il piede di Bellina e ancora un calcio che non centra i pali (questa volta il tiro è corto, nonostante la posizione sia centrale e la distanza più che abbordabile).
Passano quattro minuti e l’ennesimo fallo della mischia biancazzurra concede un’altra possibilità al piede di Bellina. Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio, il fatto che anche questo calcio si spegne a lato, nonostante la posizione centrale e la distanza inferiore ai venti metri, li fuga tutti: il piede dell’estremo tuttonero oggi non è preciso.
Al 49°, nelle fila paduine, esce uno stanco Raspaglia ed entra killer Castiello.
Passano tre minuti e, con una decisione troppo severa, il signor Muscuso manda Gianfranco Arrabito a riposarsi per 10 minuti per aver usato le mani in una ruck.
Potrebbe essere il momento della svolta per la partita e in effetti lo è, ma non nella direzione che tutti si aspettano.
Al 56°, durante un tambureggiante attacco della linea dei trequarti dell’Audax Clan, Enoc Valenti intercetta l’ovale e, dopo una galoppata di una sessantina di metri, va a tuffarsi nell’area di meta avversaria. Per Peppe Iacono la trasformazione è uno scherzo da bambini. 6 a 14 e partita virtualmente chiusa, anche perché i padroni di casa vanno nel pallone e non riescono più a giocare un’azione degna di questo nome. Da segnalare soltanto due calci di punizione sbagliati da Bellina, uno poco prima della meta e l’altro subito dopo, entrambi da facile posizione, e una meta annullata allo scadere a capitan Iacono perché, a parere dell’arbitro, il giocatore aveva toccato la linea laterale prima di tuffarsi accanto alla bandierina.
E adesso le voci dallo spogliatoio. Peppe Gurrieri, il coach del Padua: «Non è stata una partita bella. Siamo entrati in campo non troppo concentrati, abbiamo però messo in mostra una grandissima difesa. Per questo loro, a un certo punto, hanno rinunciato a giocare i possessi che avevano nella nostra metà campo optando per i calci. Siamo stati fortunati perché l’Audax Clan poteva benissimo far sua la partita. Noi invece siamo stati cinici perché abbiamo avuto due occasioni e le abbiamo sfruttate. E dopo oggi, ritengo che la mia squadra abbia messo una grossissima ipoteca sulla vittoria del campionato».
Paolo Sartorio, il presidente dell’Audax Clan: «Siamo contenti perché abbiamo giocato bene, molto meglio dell’andata, ma abbiamo perso anche perché abbiamo sbagliato troppi calci di punizione. Però usciamo dal campo a testa alta. Per quanto invece riguarda il prosieguo del campionato, adesso per noi si fa difficile. Continueremo a giocare fino a che la matematica non ci toglierà ogni speranza».
Il Man of the match di oggi è Enoc Valenti perché, pur non avendo giocato una delle sue partite migliori ha realizzato le due mete che hanno portato alla vittoria le sua squadra.