10175082_873163452700266_3448566078126102988_nDa Ladies Rugby Club:

Un interessantissimo reportage di ThomasWheelock, sulle condizioni del rugby femminile in America Latina, traritardo culturale e disinteresse generale. Il Sevens in pochi casi(Argentina e Brasile) sta iniziando a mettere radici, ma per immaginare uno sviluppo del  rugby a 15s, ci vorrebbe davvero una rivoluzione culturale di vastissima portata. Qui potete trovare la riflessione di Wheelock, crediamo valga davvero il tempo della lettura.

 

“E’ partito l’avvicinamento alla Coppa del Mondo di rugby femminile, ma siamo sicuri di poter davvero parlare di un torneo mondiale se un grande regione del mondo con oltre 600 milioni di abitanti, come l’America Latina non partecipa?

Per capire il perchè di questo, ed avere una visione d’insieme è necessaria la comprensione di come la cultura giochi un ruolo importantissimo nell’assenza quasi totale del rugby femminile (soprattutto a 15s) in Sud America.

Dal giugno 2013 al marzo 2014 ho viaggiato dal Messico al Cile. Durante questo viaggio ho allenato squadre locali e ho parlato con molti allenatori di paesi come Messico, Guatemala, El Salvador, Nicaragua, Panama, Ecuador, Perù,Bolivia, Argentina e Cile e sono arrivato alla conclusione, semplice nella sua drammaticità, che lo sport di base per le donne in America Latina è inesistente. Non c’è davvero alcuno sbocco per le ragazze e la possibilità di vedere crescere il rugby femminile fino allo stesso livello che si vede in Europa, Australia, Nuova Zelanda e Nord America è assolutamente impensabile. Le motivazioni di basi sono sostanzialmente due: la prima è che lo sport femminile non è supportato a sufficienza, la seconda: invece è culturale, visto chele donne in America Latina soffrono (subiscono) una sorta di cultura del “machismo” dominante.

Altro fattore importante è la mancanza di sport di squadra al di fuori del calcio e del volley (ma solo in alcuni paesi ed in prevalenza per gli uomini), parlando con le ragazze nelle scuole è evidente come manchi loro proprio la comprensione di essere in una squadra. In più il gioco del rugby nell’immaginario collettivo è un gioco esclusivamente da uomini e le poche squadre che hanno una sezione femminile ce l’hanno come un qualcosa che serve ad altri scopi più che a sviluppare meccaniche di gioco. Spesso le ragazze sono utilizzate come addette alle cucine o alla pulizia degli spogliatoi.

La mia impressione è che, culturalmente parlando, gli sport amatoriali sono più orientati verso gli uomini e lo sport delle donne in America Latina non è semplicemente sul radar in alcun modo per nessuno dei paesi. In termini di sport, qualcosa di insolito è considerato unico o eccentrico.

Un esempio calzante: nonostante il fatto che una ragazza messicana abbia vinto una medaglia olimpica nel Taekwondo a Londra nel 2012, nessuno o quasi in Messico conosce il nome di questa ragazza e nessun programma di avviamento a questo sport per le ragazze è stato minimamente preso in considerazione.

Adesso, il rugby è stato reintegrato alle Olimpiadi e questo ha cambiato la mentalità per il gioco qui.In America Latina, il massimo dello sport (che non sia il calcio) è rappresentato dalle Olimpiadi e la partecipazione in uno sport olimpico è considerata più importante di qualsiasi altra cosa. Ci saranno dei finanziamenti disponibile per lo sviluppo per gli sport che hanno possibilità di qualificazione olimpica. Questo sostanzialmente vuol dire che nel rugby investiranno solamente Brasile ed Argentina.

Tutti i paesi di lingua spagnola hanno la loro federazione e sono gestiti da un organo di governo, sia del Nord America con la North America Caribbean Rugby Association (NACRA)che nel Sud America con la Confederacion Sudamerican de Rugby (CONSUR). Sono queste due Federazioni a gestire la totalità del movimento femminile in America.

Già prima che il rugby fosse parte del programma olimpico, il rugby Sevens è stato ritenuto il modo migliore per portare le ragazze sul campo, ma nonostante la risonanza olimpica la partecipazione femminile non è cresciuta abbastanza eristagna in alcuni paesi, in Perù ad esempio possiamo dire che il movimento femminile è moribondo.

A differenza di Europa o America del Nord dove il rugby XV ha messo delle basi solide in America Latina la scelta del Sevens è stata dettata principalmente dalla mancanza di numeri, che (e può sembrare incredibile, ma non lo è sesi considera il contesto generale) ha ucciso anche il calcio femminile. La meta finale rimane chiaramente il gioco a 15s, ma quiil sette non è un solo una scelta legata allo sport olimpico, ma una necessità perché garantisce la partecipazione delle donne.

Per le donne partecipare in qualsiasi sport in America Latina è molto dura ed il rugby non è sul radar per il prossimo futuro di quasi tutte le nazioni sudamericane.

I tentativi fatti da persone provenienti da altre culture sportive di far crescere il settore femminile del gioco, non hanno aiutato per niente, anzi!

In alcune occasione ho parlato con diversi rappresentanti politici e funzionari addetti allo sport a Panama e in Bolivia che senza troppi complimenti mi hanno detto:

 

“No lo puedes forzar, tu sabes que es difícil con hombres; con mujeres aqui es mas ya que jugar un deporte de tackleo todavía es difícil de aceptar!”

 

Il che significa ..

“Non si può forzare, sai quanto è difficile con gli uomini, con le donne è ancora più difficile! L’idea che possano giocare uno sport di contatto dovrebbe rompere gli stereotipi culturali, qui è ancora difficile da accettare”.

Per entrambi il ruolo della donna della società è molto lontano da quello europeo e l’accettazione generale delle donne coinvolte nello sport è molto difficile da prendere inconsiderazione, purtroppo qui c’è una cultura molto conservatrice.

 

Solo in pochi casi il Sevens sta iniziando a cambiare le cose fornendo un’immagine accettabile delle donne sul campo, ma la strada è ancora davvero molto lunga.”