Di Davide Macor
Nel nostro personale tour alla ricerca delle più svariate realtà rugbistiche italiane, oggi ci siamo fermati a Sassari per conoscere meglio le “Bulldog Sassari”. Più precisamente abbiamo fatto una breve chiacchierata con Martina Pirri, il capitano della squadra sassarese. Un’atleta che gioca nel ruolo di centro principalmente, ma adattabile a ricoprirne di più, come del resto tutta la squadra.

Come mai proprio il rugby? C’è qualcosa che ti ha colpito in particolare?
Bhè diciamo che è grazie al reclutamento fatto nelle scuole che sono stata coinvolta in questo progetto. Una volta due ragazzi della squadra seniores sono venuti a promuovere il rugby nella mia scuola e così è iniziata l’avventura. Sono stata piacevolmente colpita dal roteare della palla..ed è stato amore a prima vista.

Come vivete questa nuova avventura rugbistica?
La nascita di questa squadra ha vissuto e vive molte difficoltà: per prima cosa la logistica, infatti fino a settembre dello scorso anno eravamo solo in tre sassaresi, per cui ci allenavamo e giocavamo con l’Oristano. Un andare e venire che alla lunga diventa difficile da sostenere. Poi il gruppo: eravamo consapevoli di doverne creare uno per poi ambire a diventare una squadra. Così a novembre sono “spuntate fuori” altre appassionate ed è nato il progetto delle “Bulldog Sassari”. Posso ben dire che, anche se siamo nate da poco, la squadra è molto unita e coesa e la voglia di imparare e di allenarci che c’è nel nostro gruppo ci fa ben sperare guardando al futuro.

Come sta andando la vostra prima stagione agonistica?
Il nostro campionato sta andando molto bene, è più organizzato di quello maschile. L’unica cosa, a parer mio, è che in Italia il rugby non è considerato in maniera opportuna. È uno sport nel quale tutti dovrebbero investire, dargli sempre maggior importanza e visibilità.

In Sardegna come vivete il rugby?
Qui da noi non è molto seguito, ma negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi in avanti. Le maggiori difficoltà sono gli spostamenti per poter giocare, città lontane le une dalle altre e in modo particolare veniamo penalizzate dagli orari. Spesso le partite della femminile sono anche alle 11 di mattina, causa la concomitanza della partita maschile nel pomeriggio. Però abbiamo lo spirito giusto per superare queste piccole difficoltà e continuare a migliorarci.