Di Davide Libertucci 

Roma – Peccato. Nel giorno di San Valentino che vede traboccare un amore ormai consolidato tra il pubblico dell’Olimpico (70mila!) e l’Italrugby, manca solo il risultato. La nazionale di Brunel mostra coraggio e attitudine contro la tracotante potenza fisica dell’Inghilterra ma dura poco più di un tempo.

Dopo la sconfitta di Parigi, Brunel getta in campo la stessa formazione (escluso McLean) cercando di ottenere la giusta continuità nella prestazione e accade l’inverosimile. Ritmi dettati dalla mediana (sempre più convincente) e mischia sugli scudi nonostante le pesanti assenze (Ghiraldini, Geldenhuys, Furno e Favaro). Sembra di rivedere l’Italia di Brunel prima maniera….

Canna ci regala l’Imprevedibilità in fase di attacco e Campagnaro sembra la versione 2.0 di quella vista a Treviso grazie all’esperienza anglosassone che lo sta consacrando.

Eddie Jones, dopo venti minuti di trincea senza risultato, cambia lo spartito e comincia a far esplorare la profondità al piede trovando il tesoro sull’unico errore azzurro, in ritardo nel coprire le spalle di un isolato Mc Lean.

La meta inglese non smuove gli equilibri della gara.

A far male alla banda Brunel,invece, sono gli infortuni. Fuser, Garcia e Zanni lasciano il campo nel primo tempo indebolendo gli impatti e la presenza in conquista degli azzurri.

Nel frattempo Canna fa 3 su 3 alla piazzola e si va negli spogliatoi in ritardo di soli 2 punti (9-11)

Al rientro in campo, l’Italia resta in gara sparando le ultime cartucce di energie mentre Eddie Jones pesca dalla panchina forze fresche che pesano come piombo nell’economia della partita.

Parisse e soci hanno il calcio del sorpasso e due ragionevoli dubbi prima del sipario dell’Olimpico.

Assodato l’errore di Canna alla piazzola (alla fine 3 su 4 per il poliziotto), resta da osservare il metro del giudizio arbitrale che da regolamento avrebbe quantomeno fatto respirare per altri dieci minuti gli azzurri traghettandoli al rush finale sul filo del punteggio.

Haskell sega in due in aria Mc Lean in volo per la raccolta dell’ovale disinteressandosi della conquista (da regolamento cartellino giallo).

Pochi istanti dopo, il buon Jackson, ferma il gioco con gli azzurri ben proiettati soprattutto per la difesa inglese sguarnita segnalando un punch di Hartley in una ruck precedente. Vantaggio negato e cartellino ancora in tasca nonostante il Tmo.

Inezie di fronte alla scellerata scelta di giocare velocemente una touche nei propri ventidue e provare il contrattacco in tre contro sette inglesi. Pallone sporco e con pressione. Brutto binomio nel mondo del rugby.

L’intercetto di Joseph apre le acque nella difesa azzurra e il XV della Rosa pasteggia nei restanti venti minuti sulle carcasse di una nazionale ancora inesperta che non reagisce e subisce un punteggio troppo severo.

Un errore di gioventù chiude la gara, la troppa gioventù la appesantisce nel risultato finale.

Peccato

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