Niente rugby al sud. Almeno per un’altra stagione. Il “no” di Palermo e in particolare di Zamparini al test match della nazionale azzurra contro Samoa, arriva come una sassata e colpisce non solo la Sicilia, ma tutto il sud ovale che sperava in una partecipazione maggiore per quanto riguarda le manifestazioni rugbystiche dell’alto livello. Invece nulla di fatto. Nessuna partita internazionale sarà giocata al di sotto dell’Abruzzo. Lo stivale ovale è spaccato in due. Da una parte c’è il centro nord, sede di grandi eventi: dalle competizioni celtiche al sei nazioni maschile e femminile, passando per i test match e le manifestazioni delle nazionali giovanili. Al di sotto di Roma, invece, sembra non esserci nulla. Una sola apparizione lo scorso anno, a Santa Maria Capua Vetere per l’incontro del sei nazioni femminile tra Italia e Scozia. Ed è un peccato. Perché il sud è una terra che ha sete di rugby. Molte società nel sud Italia stanno investendo soldi ed energie nella palla ovale. Realtà importanti in Puglia, Calabria e Sicilia unite alla storia della Campania cercano di emergere per entrare e restare nel rugby che conta. In Sicilia, in particolare, c’è una grande forza che spinge per arrivare all’alto livello, attraverso il lavoro di presidenti e società rivolto sia all’impiantistica sia alla formazione di tecnici e giocatori.

Una partita internazionale a Palermo avrebbe dato una spinta importante a questo movimento da un punto di vista mediatico e comunicativo. Migliaia di persone che fino a quel momento erano costrette a seguire l’amato sport in televisione avrebbero potuto godere di uno spettacolo dal vivo.

Particolare poi le motivazioni del rifiuto. Se, come sembra, la decisione sia stata presa dal presidente del Palermo calcio, c’è da restare sbalorditi. In primis perché, fino a prova contraria, sono le istituzioni a decidere la fattibilità o meno di un evento e non un privato, in secundis perché il sei nazioni all’olimpico ha dimostrato che rugby e pallone possono convivere, considerando poi che si tratta di un singolo evento.

Per concludere, credo sia necessario aumentare gli appuntamenti importanti della stagione sportiva nel sud Italia, considerando che diverse strutture sono in grado di garantire gli standard internazionali. Quindi, invito la federazione a continuare a premere per portare la nazionale e il grande rugby al sud, cercando anche di piegare i calciofili di turno, per dare la giusta spinta allo sviluppo del rugby anche nel meridione, considerando quanto questi appuntamenti siano in grado di riempire gli stadi e avvicinare tante persone a questo sport (basti pensare all’incremento di tesserati e società a Roma a partire dal 2000 a oggi), magari anche interessate a investire nella palla ovale.

@minchiamedeo

Zamparini1