È in pieno svolgimento il Padua Summer Camp, lo stage settembrino di minirugby, gratuito e aperto a ragazze e ragazzi dai 5 ai 14 anni, ma possiamo già dire che è stato un successo, considerando l’affluenza di piccoli giocatori e la loro voglia di fare e divertirsi.
Ce lo conferma anche il presidente del sodalizio ibleo, Vittorio Vindigni. «Per noi questo genere di iniziativa è una vera e propria novità, però è un’esperienza molto bella e, dal punto di vista numerico, positiva. Quotidianamente abbiamo al campo tra i 15 e i 20 ragazzi, in una fascia d’età compresa tra i 5 e i 10 anni: vedere che si divertono per noi è motivo di gioia e stimolo a ripetere l’iniziativa anche per il prossimo anno».
Sul tappeto verde del campo di via della Costituzione, dunque, tanti minirugbysti e gli allenatori e gli educatori del Padua, coordinati dall’Head Coach della squadra senior, Guillermo Montes.
«È bello vedere tanti bambini che si divertono correndo con un pallone ovale in mano. E io mi sto trovando benissimo con loro perché rispondono subito, e bene, a quello che noi “grandi” proponiamo loro».
In effetti questa nidiata di (forse) futuri rugbysti, nonostante fino a lunedì non avessero mai visto un pallone da rugby, in campo si comportano come una vera e propria squadra, ed è bellissimo constatare come in un attimo sono entrati nei meccanismi del gioco.
«Ma la cosa altrettanto bella», è di nuovo Vindigni a parlare, «è guardare il nostro staff tecnico che si diverte anche più dei bambini. Primo fra tutti Montes, che, adesso volutamente esagero, si sta trovando più a suo agio con loro che con i ragazzi della prima squadra. È stato bellissimo, l’altra mattina, vedere il nostro Guillermo, che è grande e grosso, prendere in braccio un bimbo che non riusciva a fare meta, portarlo di peso oltre la fatidica linea bianca e tuffarsi insieme a lui per schiacciare l’ovale per terra. Eccezionale!».
E Montes non nega questo suo feeling con i più piccoli.
«Guardare gli occhi di un ragazzino e vederci dentro la felicità pura non ha prezzo. E quello che dice il presidente è vero: mi sto divertendo di più ad allenare in queste mattine che la sera con i grandi, perché i piccolini mi ascoltano di più (ride, ndr). Scherzi a parte, qui l’unico obiettivo è quello di far trascorrere loro tre ore di puro divertimento, senza altre implicazioni. Se tra di loro ho visto un futuro campione? No, perché non è questo l’obiettivo del Camp. Qui diamo importanza solo al divertimento. E i bambini lo hanno capito in pieno».

unnamed