Una delle maggiori accuse si muovono al rugby, una dei motivi con cui se ne giustificano i relativamente pochi appassionati, è quella di essere uno sport con troppe regole e spesso troppo complicate.

Noi addetti ai lavori ci ostiniamo a negarlo mentre, se riuscissimo a guardare la cosa con il giusto distacco, dovremmo ammettere di essere in torto: il rugby è un gioco complicato, o almeno lo è più del calcio, il nostro sport nazionale.

Per questo motivo il Padua, sul nuovo sito ufficiale, ha deciso di inserire una rubrica (Kick Off) nella quale l’arbitro Giovanni Gurrieri, periodicamente, spiega la diverse regole del nostro sport.

Ed è proprio in questo solco che si va aggiunta l’altra iniziativa che la società biancazzurra ha promosso, ha preso ufficialmente il via ieri, e che è stata chiamata “Sapere per giocare meglio”.

Il coach della squadra iblea, German Greco, che è stato tra quelli che più hanno caldeggiato l’iniziativa, ce ne spiega il perché: «Il rugby ha molte regole, non tutte sono difficili da capire, però, se si conoscono bene, si riesce a giocare meglio. I nostri incontri mensili non si limiteranno comunque solo agli arbitri, visto che ne avremo anche con fisioterapisti e alimentaristi perché il nostro scopo è quello di dare ai giocatori un maggiore bagaglio tecnico e di conoscenza».

Della stessa idea è Giovanni Gurrieri: «Gli incontri tra arbitri e giocatori sono fondamentali perché tante sono le regole e altrettante le interpretazioni che ciascuno di noi dà alle stesse. In ogni “lezioni” spiegherò una regola diversa, anche con l’ausilio di clip video ed esempi pratici, per evitare che la stessa diventi un momento di assoluta noia».

Ieri, le “lezioni” si tengono nella Club House paudina, l’argomento trattato è stato il fuorigioco e per gli oltre quaranta tesserati biancazzurri è stata l’occasione per chiarire alcuni aspetti che non per tutti lo erano. Enoc Valenti: «L’ora e mezza di lezione è stata molto utile perché abbiamo capito alcune situazioni che in tanti non avevamo chiare. In questo modo, si spera, non dovremmo più incorrere in errori e, quindi, non farci più fischiare determinati tipi di falli».

E se ogni fallo commesso può costare 3 punti in partita, allora “Sapere per giocare meglio” può tornare utile anche per guadagnarne qualcuno in più in classifica. Cosa che, lo ammettiamo, male di certo non fa.

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