Di Francesco Pacini

Non riesce il perfezionamento dell’impresa ai Draghi Bat. Nell’ultima giornata di campionato, infatti, gli uomini di coach Amoruso impattano per 5 a 5 sul terreno di gioco del Cus Lecce.
I biancoazzurri devono così accontentarsi del secondo posto finale, a causa della contemporanea vittoria del Cus Foggia per 62 a 3 ai danni della Federiciana Rugby.
Una partita stranissima, estremamente condizionata da un vento sferzante che limita le giocate alla mano e al piede di entrambe le squadre.
Sono i Draghi Bat, comunque, a prendere il comando delle ostilità e a premere continuamente sui ventidue salentini. È Curci a coronare tali sforzi con una meta, non trasformata poi da Pacini, che scuote i Draghi, dando loro la convinzione di poter vincere anche con quattro mete e conquistare così l’intera posta in palio.
I Draghi decidono così di non piazzare e di spingere sull’acceleratore. Colamartino sfiora la segnatura dopo una lunga sgroppata di circa quaranta metri rintuzzata dall’estremo di casa.
La seconda meta, in realtà, arriverebbe per mezzo della progressione di Lomolino, ma l’arbitro Sylos, tra l’incredulità generale, annulla per un tenuto in area di meta.
Ed è proprio l’arbitraggio a cadere sotto la lente d’ingrandimento, una prova certamente non altezza di un evento così decisivo per la stagione di entrambe le formazioni.
Scossi dall’incredibile decisione arbitrale, i Draghi sembrano spegnere i propri ardori. Le folate offensive scemano ed è il Lecce a riversarsi sempre più spesso nella metà campo difensiva della compagine della sesta provincia.
La ripresa, anche a causa del vento contrario, vede i Draghi rintuzzare ogni attacco dei cussini che sbattono contro l’arcigna difesa predisposta dal pacchetto degli avanti. Anche i trequarti si dimostrano attenti, respingendo in touche ogni rapida azione dei leccesi. Proprio in una di queste occasioni è Claudio Strippoli a recuperare l’ovale e a involarsi verso la meta avversaria, anche in questo caso è l’estremo a infrangere le possibilità di segnatura.
Leonetti avrebbe anche la possibilità di allungare le  distanze, ma il suo calcio si spegne fuori.
I Draghi reggono, ma la pressione del Cus è davvero forte e produce i suoi risultati a due minuti dalla fine quando il pacchetto di mischia schiaccia in meta. Le polemiche anche in questo caso sono molte: il direttore di gara, infatti, aveva decretato un “in avanti” in favore del Lecce. Mischia ordinata quindi, ma il mediano di mischia della formazione in maglia blu batte l’infrazione quasi si trattasse di un calcio di punizione. L’arbitro lascia correre incredibilmente e sugli sviluppi la palla è schiacciata in meta.
La trasformazione s’infrange sul palo lasciando così il risultato in parità.
I Draghi si riversano con la forza della disperazione nella metà campo avversaria, guadagnano una punizione che decidono di mandare tra i pali. È Fabiano a tentare il calcio, ma l’ovale esce di pochi centimetri.
L’arbitro decreta la fine subito dopo.
Un pareggio che lascia l’amaro in bocca, non solo per questioni legate alla classifica, quanto soprattutto per coronare una stagione davvero eccezionale e ben oltre le aspettative della vigilia.
I rimpianti ci sono, in particolar modo per i punti persi a inizio stagione, ma tutto lo staff dei Draghi è convinto che in questa stagione siano state gettate le basi per un lavoro che certamente darà i propri frutti nelle prossime stagioni.
I Draghi non salutano la stagione agonistica per impegnarsi in un torneo di Rugby Seven, organizzato in onore dell’ingresso di tale specialità tra le discipline olimpiche, prima del tradizionale beach rugby della stagione estiva.
Due ottime occasioni per perfezionare i meccanismi e l’affiatamento tra gli uomini biancoazzurri, autori di una stagione notevole.