di Chiara Di Stefano

Doveva succedere prima o poi, lui doveva tornare a segnare. E doveva farlo quando tu sei a duemila chilometri di distanza. E per di piú lo ha già fatto. Lo scorso anno, tu eri fuori per lavoro e lui di nuovo, é andato in meta. Delle due una, o tu porti molta sfortuna, oppure te lo fa per dispetto.
In realtà quando leggi il messaggio che ti arriva sul cellulare mentre ti trovi nell’ennesimo spostamento di un viaggio interminabile la prima reazione é di sollievo.

Nonostante non fosse sotto il tuo occhio vigile non si é ammazzato. Non si é ferito né permanentemente rovinato: prova ne sia che é in grado di scrivere un sms. La seconda reazione é invece di sconforto. Non poter partecipare della duplice gioia di una bella vittoria e di una meta é davvero triste, soprattutto se hai viaggiato per dodici ore e ti trovi nella città piú brutta di Spagna..
Ma dopo tutto quello che davvero ti interessa é che sia integro e cosciente.
Questa é la prima cosa che accomuna tutte noi. Il nostro più grande fantasma, la nostra più grande preoccupazione. Non riuscire ad assistere ad una partita dei nostri compagni, ed essere chiamate da qualcuno che ci informa che si sono indifferentemente rotti, storti o lacerati qualcosa.
Ovviamente siamo coscienti che la nostra presenza non può in nessun modo evitare al nostro uomo di non provare dolore, eppure intimamente tutte crediamo che il solo fatto di essere presenti funga da amuleto e da cura. Una volta, durante un amichevole, il 15 della squadra che sostenevo prese una botta in testa e perse la memoria. Stava benissimo solo il suo ultimo ricordo era il capodanno, e noi eravamo in febbraio. Aveva telefonato alla sua morosa a casa chiedendole che giorno fosse e come fosse arrivato al campo. Lei si era precipitata all’ospedale da lui maledicendo le pulizie della casa che l’avevano tenuta lontana e mai mai più lo ha lasciato giocare senza la sua presenza. E se ci confrontiamo troveremo che abbiamo tutte la stessa storia, per una volta che siamo mancate i nostri uomini si sono fatti male. Come risolvere allora? Se non potete in nessun modo evitare di andare alla partita potete trovare un vostro rito, solo vostro, e cercare di esorcizzare la paura. Non allontanerà il vostro senso di colpa ma almeno limiterà i danni.

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