La voglia dei giovani contro l’esperienza di giocatori più maturi. Potrebbe essere questo il leitmotiv della finale di serie A fra Pesaro Rugby e Parabiago che si giocherà su gara di andata e ritorno. Domenica alle 15.30 al Toti Patrignani di Pesaro la finale di andata, quando in città arriverà quel Parabiago vincitore del girone di serie B che comprendeva Lombardia, Liguria, Piemonte ed Emilia. «Parabiago è alla seconda finale consecutiva – spiega il tecnico pesarese Ernesto Ballarini – E’ una squadra costruita nel tempo con diversi giocatori che hanno giocato nella massima serie. La sua forza è il pack di mischia, ma i tre quarti non hanno nulla da invidiare con fisicità importanti. Hanno un’età media abbastanza alta, ma non credo che avranno problemi di tenuta fisica su due partite». Facile pensare che saranno i lombardi a presentarsi a questo appuntamento da favoriti, ma Pesaro non è poi così da meno avendo giocato una finale due anni fa contro il Treviso ed essendo sempre stata ai piani alti della classifica negli ultimi quattro anni: «La nostra squadra è giovane, ma rispetto due anni fa il gruppo è più maturo. Tutti hanno più esperienza e possono dare un bell’apporto. Abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti, ma ci servirà la testa per imporre il nostro gioco. Due anni fa sappiamo quanto ci costò il primo quarto d’ora con Treviso».
Contro il Tarvisium fu la tensione a giocare un brutto scherzo ai pesaresi. Temi accada anche in questa finale? «I ragazzi sono determinati, non tesi. Sicuramente il gruppo storico di pesaresi ha un atteggiamento diverso nell’avvicinarsi a questa finale. Sono coscienti che sono due partite importanti, ma pur sempre due partite. E’ evidente che c’è maggiore attenzione nella preparazione alla gara e meno nervosismo. Vediamo come andrà l’ultima settimana, l’attesa sicuramente si farà sentire».
Pesaro arriverà alla finale dopo due domeniche di stop. Tre settimane di soli allenamenti sono state un bene? «Non so, non vorrei che i ragazzi abbiano perso il ritmo gara. Abbiamo cercato di tenere alto il ritmo negli allenamenti, molto vicino a quello di una partita, ma sappiamo che non è la stessa cosa».
Domenica al Toti Patrignani si attende il pubblico delle grandi occasioni. Contento? «Sì, anche per i ragazzi che vedono ripagati i loro sforzi. Il sostegno fa sempre bene a chi va in campo, a maggior ragione nel nostro sport. Se i nostri ragazzi riusciranno ad essere solo concentrati su quanto avverrà in campo, allora il pubblico sarà sicuramente un vantaggio».

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