«Vogliamo dar vita ad una stagione scoppiettante, ponendoci obiettivi chiari ed ambiziozi in ciascuna nostra categoria». Non ha dubbi Simone Mattioli in merito al futuro prossimo della Pesaro Rugby, di cui tiene la presidenza da quattro anni e mezzo. Al lavoro da maggio, non appena terminati i campionati di Serie B, Under 18 e Under 16, è certa la volontà di fare al meglio nella stagione che verrà, ad iniziare proprio dalla prima squadra: «A breve sveleremo le novità, che riguarderanno settore tecnico e giocatori. Quel che è certo è che faremo un campionato di vertice, puntando ancora una volta alla promozione. Sono tre anni che lottiamo per l’ambizioso obiettivo e non alzeremo di certo bandiera bianca. Grazie al lavoro dei tecnici, dei giocatori e anche di qualche fortunosa coincidenza, rafforzeremo la squadra, specie in mischia, il reparto che più ha sofferto lo scorso campionato».
Una società che continua ad avere il chiodo fisso delle giovanili: «Non possiamo prescindere dai giocatori che escono dal nostro vivaio e per questo Under 18 e Under 16, affidate alle mani esperte dei tecnici Boccarossa e Subissati, stanno continuando ad allenarsi. La prima avrà il chiaro obiettivo di vincere il campionato per centrare il Campionato Élite nella prossima stagione. L’Under 16 invece in settembre affronterà i barrage per partecipare da subito al Campionato Élite».
Un’estate fondamentale anche per trovare quel main sponsor che alla società manca da una stagione: «Ci stiamo muovendo, ma per questo chiediamo un aiuto anche alla città. Siamo il principale club di rugby delle Marche, l’unico con la prima squadra in serie B e un movimento che conta circa 400 atleti tesserati. Una realtà in costante crescita e sempre più apprezzata in città. Per questo ci auguriamo che qualcuno abbia voglia di unire il suo nome al nostro».
Una richiesta che sarà avanzata anche al comune: «Mercoledì incontrerò il sindaco Matteo Ricci, che ha sempre dimostrato vicinanza al nostro sport. Un incontro per chiedere un aiuto non solo in termini di sponsor, ma anche di strutture. L’unico campo a nostra disposizione da tempo non è più sufficiente a supportare la nostra attività».

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