Di Paolo Piersanti

GUALTIERI LASCIA, L’UNIVERSITA’ RITORNA, IL COMMISSARIO INDICE L’ELEZIONE DEL NUOVO CD

COIANA (CUSI), UNA GESTIONE DISPOTICA CHE HA DISATTESO LE REGOLE DELLA SAPIENZA

Roma, 13 marzo 2012 – Denunce, interrogazioni parlamentari, ricorsi in appello, querele, controquerele, anche minacce e lettere anonime. Nei piani alti del Cus Roma, il Centro Universitario Sportivo capitolino, negli ultimi due anni si è consumata un’aspra battaglia, tra istituzioni e governanti, tra Re e Reucci, non scevra di ‘colpi bassi’. Una diatriba a ‘mille voci’ come è consuetudine tutta italiana in questa sorta di ‘pasticciacci’, e della quale i più informati sostengono che sia stato l’ormai ex presidente degli impianti sportivi capitolini, Alberto Gualtieri – soprannominato l’imperatore, sul trono da ben 41 anni – a causarne, suo malgrado, l’epilogo a suo sfavore. Galeotto sembra essere stato infatti per Gualtieri il mettersi in rotta di collisione con la sua stessa Federazione di riferimento, il Cusi (Centro Universitario Sportivo Italiano) e il principale padrone di casa, l’Università La Sapienza di Roma. Nell’intrigata matassa delle ragioni di una diatriba che sembrava non avesse mai fine (nata probabilmente sui miraggi lontani di Roma sede delle Olimpiadi di cui il nuovo villaggio olimpico avrebbe coinvolto anche l’intero impianto romano, chimere poi definitivamente sfumate con la rinuncia di Monti) è stata incisiva, forsanche scatenante, la relazione ‘tecnico-morale’ che Gualtieri ha inviato a sua discolpa all’Ateneo romano quando si era ormai palesata una situazione deficitaria non più sostenibile, né tantomeno eludibile di cui l’Università legittimamente esigeva il tornaconto. Nella sua relazione Gualtieri sosteneva che “l’impianto della cui gestione siamo responsabili di fronte all’Università avremmo voluto fosse aperto al Territorio ed alla Cittadinanza… Ci siamo sentiti rispondere – continua Gualtieri nel suo affondo – che lo scopo dell’Università non è dare in affitto gli Impianti ma far fare l’attività agli studenti universitari. Una concezione questa quanto meno antieurope”. L’Università ha risposto a Gualtieri senza mezzi termini: “Nella relazione di Gualtieri la responsabilità della situazione deficitaria della gestione del Cus Roma viene imputata a recenti scelte del Comitato per lo Sviluppo dello Sport Universitario come quelle di ridurre la quota contributiva degli studenti (dalle vecchie 5000 lire agli attuali 4 Euro) – si legge negli atti della fatidica riunione del Cda della Sapienza in data 25 maggio 2010 – e di non sostenere le attività convenzionali. Si evidenzia però che gli stessi dati forniti da Gualtieri mettano in luce una realtà ben diversa. Già nell’anno 2003 è stato necessario stipulare con il Cus Roma un atto di transazione volto a definire un suo consistente debito pregresso nei confronti dell’Università per complessivi Euro 838.000,00 (spese di riscaldamento, acqua, energia elettrica ed altro. E’ stata quindi disposta la rateizzazione del debito e negli ultimi anni si è proceduto con investimenti in lavori di ristrutturazione e di riqualificazione degli impianti di Tor di Quinto che sono costati all’incirca 2.832.000,00 euro volti, da un lato a migliorare le strutture per renderle più appetibili agli studenti ed all’utenza in senso lato e, dall’altro, a ridurre le spese di gestione”. E’ l’11 maggio 2010 quando il Rettore Luigi Frati comunica al Cusi l’intenzione di non rinnovare la convenzione per la gestione degli impianti sportivi di Tor di Quinto al Cus Roma. Nel frattempo al Cusi non soffiavano affatto venti di pace nei confronti di Gualtieri, reo, oltre ad una serie di posizioni contrarie ai programmi dei suoi diretti referenti, anche di essersi ricandidato, avallato dalla Repubblica della Macedonia e non curante del voto contrario della Commissione Federale, alla presidenza dell’European University Sports Association (Eusa, di cui Gualtieri è presidente dal 2005 con mandato attualmente in scadenza). Al presidente del Cusi, Leonardo Coiana – classe ’34, in carica dal 2003 – non resta altro che, sulla base della delibera del Cda della Sapienza, avviare d’urgenza un commissariamento. Ma l’inossidabile Gualtieri tiene testa e, dopo un ricorso all’Alta Corte di Giustizia del Coni, è reintegrato il 3 agosto 2010 e tre mesi più tardi, il 5 novembre 2010, indice un’assemblea straordinaria contravvenendo a tutte le principali norme regolamentari e statutarie, nel corso della quale vengono ‘dimissionati’ tre consiglieri ed ‘eletto’ addirittura un nuovo ‘Comitato Direttivo’. La Commissione Federale del Cusi, presieduta da Coiana, avvia quindi un nuovo commissariamento il 15 gennaio 2011 affidando l’incarico questa volta a Mauro Nasciuti (già presidente della Commissione Tecnica del Cusi, vice chairman del Comitato Tecnico delle Universiadi Estive e presidente del Cus di Genova); l’Università plaude a questo segnale e il 25 gennaio 2011 rinnova per un anno la convenzione in scadenza il 6 febbraio 2011, rinnovandola ancora il 19 gennaio 2012. Degli ultimi giorni la notizia della definitiva radiazione di Gualtieri dal Cus Roma su disposizione commissariale. Il Re, quindi, per dirla alla Andersen ormai nudo, è stato alla fine deposto. Sfumata molto probabilmente anche la sua ricandidatura alla presidenza della Eusa. Questi i fatti. Ma nel frattempo, all’ombra della tenzone, il  Versailles dello sport capitolino si appassiva e perdeva smalto, campi da gioco carenti di cure, spalti fatiscenti, incertezza, confusione e chiacchere alimentate da una endemica carenza di informazione. Al capezzale del gigante ferito si avvicendavano i soliti menagrami in nome di questa o quella associazione sportiva sproloquiando su  improbabili scenari di futuribili dominii societari. Pur con un Gualtieri sul piede di guerra, forte di aver sopravvissuto a governi e partiti ma ritrovatosi con il vero e unico padrone di casa l’Università La Sapienza di Roma nel ruolo del suo principale detrattore, in poco più di un anno il castello del Re, con regnanti e cortigiani, è stato smembrato. “La gestione a dir poco dispotica e comunque non rispettosa di tutti i procedimenti amministrativi stabiliti dalle leggi e dalle regole ha determinato una situazione di ‘stallo istituzionale’ rispetto alla realtà di riferimento del Cus che è l’Università La Sapienza di Roma”, puntualizza Coiana. Ma la prima risoluzione estrema della Sapienza sembra sia stata solo l’atto finale di un malumore che si manifestava da tempo e che aveva irrimediabilmente deteriorato i rapporti tra l’Università ed il Cus Roma, nonché di “sollecitazioni che ci pervenivano anche da altre fonti – aggiunge il presidente del Cusi – L’indagine conoscitiva ha prodotto un corposo documento che non lasciava adito a dubbi attestando numerose e gravi irregolarità gestionali da parte del presidente Gualtieri. Il Commissario Straordinario ha lavorato con grande fatica nell’opera di ripristinare tutte le prassi per una corretta gestione di una realtà sportiva così importante e variegata”. Cinque anni fa (settembre 2007) il sito ufficiale della Sapienza informava di un “via ai lavori di ristrutturazione e ampliamento degli impianti capitolini” a fronte dello stanziamento di un milione e mezzo di euro con il nobile scopo di “mettere l’attività sportiva al centro dell’Università e della cittadinanza”, nonché con l’ambizioso obiettivo di “trasformare il Cus Roma in un polo sportivo di assoluta eccellenza, tanto da superare le realtà americane dei campus universitari”. Ma Coiana su quest’argomento corregge il tiro: “Non ci risulta che siano queste le cifre di cui dispone l’Università per lo sport nella Capitale” pur precisando che: “è pur vero che questi soldi, così come quelli che provengono dalle tasche degli studenti, dovrebbero essere usati tutti per attività in favore degli studenti stessi e del corpo docente e non docente. Così sembra non sia mai avvenuto al Cus Roma, e per questo la Corte dei Conti ha avviato un procedimento volto proprio ad appurare le irregolarità in tal senso”. Si può quindi considerare definitivamente scongiurata la chiusura dell’impianto, in barba agli allarmismi e ai ferali auguri e appetiti di dirigenti e allenatori di altre società sportive romane, nonché in primo luogo preoccupazione dei tanti ragazzi, anche non universitari, iscritti nelle varie discipline? “Direi proprio di si – conferma Coiana –  Con il commissariamento è stato ripristinato uno stretto rapporto di collaborazione con i vertici dell’Ateneo romano e tutto lascia presupporre che il Cus Roma tornerà ad essere una realtà importante nel panorama sportivo della capitale. Aggiungerei che, nonostante tutto, il Cus ha mantenuto una posizione di tutto rispetto nel panorama dello sport romano, anche grazie all’abilità dei dirigenti che si sono susseguiti alla guida della compagine associativa. Ma attenzione, i successi sportivi non possono certo giustificare pratiche gestionali al di fuori di ogni regola!” Il Cus Roma tornerà a comunicare con i giovani e ad interagire con i Media, come si conviene ad un importante polo sportivo studentesco? “Dal mio punto di vista –chiosa il presidente – auspico il ripristino delle normali prassi democratiche che qualsiasi associazione, sportiva e non, deve sempre garantire. Sono certo che la questione di una corretta informazione ai ragazzi sarà tra le prime all’ordine del giorno del futuro gruppo dirigente”. Il Commissario Straordinario, intanto, ha ormai terminato il suo lavoro, si appresta a chiudere il suo rapporto finale e  lasciare il campo al totonomine del nuovo corpo dirigente che dalla fine di aprile guiderà, questo almeno nelle migliori delle intenzioni, il Cus Roma nella sua ristrutturazione dirigenziale, per il bene prima di tutto dei suoi diretti utenti, i giovani. Sentiamo allora dall’incaricato di fare ordine nel caos quali sono i nuovi presupposti per la rinascita dello storico Cus Roma, all’interno del quale si ricostituirà una grande, importante compagine sportiva che ormai si era definitivamente raggomitolata su stessa, voltando le spalle agli studenti, i suoi  primi, imprescindibili, fruitori: “Avendo sempre ben presenti le nostre finalità statutarie ed istituzionali – spiega il Commissario incaricato, Mauro Nasciuti – ci si deve, ed a maggior ragione, nel prossimo futuro, rapportare in modo strettissimo con la base degli studenti e con gli Organi previsti dalla legge e preposti a sovrintendere le attività sportive universitarie. Alludo al Comitato per lo Sport che alla Sapienza  è presieduto, su delega del Rettore Frati, dal prof. Maurizio Saponara. E’ evidente che questo atteggiamento negli anni passati non è stato rispettato o è stato solo formalmente rispettato e sostanzialmente disatteso”. Pur essendo state certo determinanti per il commissariamento le prime risoluzioni estreme della Sapienza, ha avuto il suo peso anche la denuncia di un docente responsabile del settore sportivo di una facoltà romana, che lamentava di essere costretto a cercare campi sportivi in affitto per far giocare a calcetto gli studenti. E’ lo stesso Commissario, infatti, a confermare che “l’attenzione dirigenziale del Cus era rivolta più all’attività internazionale che a quella degli studenti, più alle attività che producessero lucro, tipo organizzazione di eventi o altro, che alle richieste della base. Anche se abbiamo dovuto compiere qualche sacrificio – aggiunge probabilmente riferendosi anche agli inevitabili ritardi nella retribuzione agli allenatori e ai dipendenti – abbiamo cercato di riorganizzare e rivitalizzare le poche attività di vertice, e soprattutto abbiamo spinto per un impegno sempre maggiore per accontentare la richiesta degli studenti”. Il Cus Roma con i suoi 97.000 m² è il centro sportivo giovanile e studentesco per antonomasia, dotato di una struttura invidiabile che ha attirato in questo periodo di vacatio presidenziale l’attenzione di alcune società sportive (soprattutto di rugby) attualmente senza un proprio impianto sportivo e sotto schiaffo di affittuari esosi e dispotici. Ma se una certezza c’è è che gli impianti sportivi di Via Tor di Quinto resteranno al Cus: “Il Cus Roma non chiuderebbe comunque, e non chiuderà considerato che, pur con grande fatica, stiamo riconquistando la piena fiducia dell’Università – conferma Nasciuti – Effettivamente la comunicazione nei confronti dei giovani risente di un aspetto troppo ‘imprenditoriale’, che rende per loro il Cus quasi irraggiungibile. Il meraviglioso ricordo del passato rimane solo negli ultrasessantenni. Ma c’è comunque il ritorno alla normalizzazione istituzionale, con un corpo sociale rinnovato e rinnovabile con continuità, grazie all’apporto dei giovani che il nuovo Consiglio Direttivo dovrà sempre coinvolgere di concerto con il Comitato per lo Sport dell’Ateneo e con il Cusi”. A tutt’oggi gli spalti del Cus Roma, fatiscenti e non proprio sicurissimi, sono l’immagine più evidente del decadimento di una grande struttura lasciata allo sbando; ma, come conferma lo stesso Nasciuti, dei soldini in cassa, seppur pochi, ci sono sempre stati: “Il finanziamento annunciato dal sito della Sapienza nel 2007 in realtà non riguardava il Cus – puntualizza il commissario – Può essere semmai riferito ai contributi per l’edilizia universitaria assegnati alla Sapienza negli anni precedenti al 2009, grazie ai quali si è realizzato il Polo di Tor di Quinto. I finanziamenti ministeriali di cui gode il Cus sono stati per il 2011 di circa 250.000 euro. Altri 450.000 euro circa sono stati garantiti dall’Ateneo. Insieme, questi fondi costituiscono circa il 50% del bilancio. Le altre risorse provengono prevalentemente da contribuzioni di soci e dalle convenzioni esterne di uso degli impianti. Dal Cusi riceviamo una cifra di poco inferiore ai 50.000 euro”. In sintesi, come e perché una grande e ambiziosa realtà sportiva, quella enclave sportiva dello sport italiano nata per divenire il fiore all’occhiello di un intero Paese in rappresentanza delle nuove generazioni a venire, ha vanificato e disatteso i più nobili presupposti dell’Università? “La situazione del Cus era soprattutto molto confusa – continua NasciutiGli impianti sono stati individuati come possibile fonte di reddito e non come impianti costruiti con fondi ministeriali per essere messi a disposizione degli studenti. Grazie all’apporto del personale amministrativo, di un consulente da me incaricato, di revisori dei conti finalmente responsabilizzati e collaborativi, della direzione amministrativa del Cusi, e soprattutto della paziente disponibilità della Direzione Amministrativa della Sapienza, è stato possibile fare un po’ di ordine. Il risultato è chiaramente tendente all’inversione di rotta, e quindi a bilanci positivi e trasparenti. Sono certamente ottimista per il futuro, avendo predisposto un budget 2012 molto dettagliato, adeguato alle esigenze, ma anche molto attento al recupero della situazione debitoria”. Messi da parte gli opportunisti e menagrami detrattori, restano in primo piano le preoccupazioni dei tanti ragazzi associati nelle varie discipline sportive ospitate dal Cus. Ma siamo comunque al giro di boa, Nasciuti assicura che finalmente un rinnovato Cus Roma sta per ripartire su un nuovo binario: “il lavoro svolto sta conducendo ad una ormai prossima normalizzazione della vita associativa dell’impianto capitolino. Chiederò di organizzare ed indire l’assemblea generale dei soci entro il 17  aprile p.v. che eleggerà la nuova compagine dirigenziale del Cus Roma per il prossimo quadriennio e che gestirà la rinascita del Cus Roma dopo le traversie affrontate negli ultimi tempi.” Si sta per aprire quindi, e non poteva essere altrimenti, un nuovo capitolo nella storia del grande e inossidabile Cus Roma, primo nucleo sportivo nato nel 1945 dalle ceneri dei Guf di epoca fascista. La nuova gestione avrà il suo bel da fare, tenendo anche conto del ripristino necessario di un avvicendamento canonico quadriennale. Ma la longeva gestione Gualtieri ne esce, tutto sommato, senza vincitori né vinti. Siamo solo all’epilogo, per ora aperto, ambiguo, di una vicenda molto romana che, alla stregua del popolare giallo di Carlo Emilio Gadda, non consegna alla giustizia il colpevole: un po’ tutti gli attori della vicenda sono stati in qualche modo correi protagonisti… e chi lo è stato più manifestamente nei fatti, potrebbe non esserlo stato psicologicamente… sembra suggerire il romanziere nelle ultime pagine del suo Pasticciaccio. Cosa resterà alla fine di tutto ciò? Speriamo qualcosa di buono, presto si saprà. Per ora, al di là di contorti lambiccamenti, l’immagine attuale è  quella di un sipario che sta per scendere e un altro pronto a venire su. Come è giusto, e come è più semplice, lasciamo le beghe e le brighe del ‘dietro le quinte’ al loro squisito ruolo di gossip da spogliatoi, da spalti o da club-house. A tanti giovani e giovanissimi romani, in fondo, interessa solo che il loro Cus resti in scena.

SCHEDE

IL CUSI – Centro Universitario Sportivo Italiano

L’attività consiste essenzialmente nel coordinamento dei Centri Universitari Sportivi (Cus) che operano localmente a livello delle strutture universitarie e che attualmente sono 48 in tutta Italia. Gli sport più praticati sono nuoto, pesi, pallavolo, pallacanestro, arti marziali, atletica leggera. Nato nel 1946, all’indomani del conflitto bellico mondiale, riempiendo lo spazio lasciato vuoto dai disciolti Guf (i Gruppi Universitari Fascisti), riceve nel 1953 il riconoscimento del Coni. E’ il Cusi ad organizzare, proprio nel ’53, a Torino, la 1a Universiade estiva, manifestazione che vede per la prima volta gareggiare sugli stessi campi gli atleti universitari provenienti da Paesi appartenenti ai due blocchi nei quali il mondo si è diviso nel dopoguerra; partecipano 1.500 atleti in rappresentanza di 54 Paesi. È un grande successo ed il Cio, l’anno seguente, assegnerà al Cusi la Coppa Olimpica ‘Pierre de Coubertin’ per i servizi resi alla causa dello sport universitario. Da allora gli atleti universitari italiani hanno sempre partecipato a tutte le Universiadi, sia invernali che estive. Ad oggi il Cusi ha organizzato complessivamente 4 edizioni delle Universiadi estive e 5 delle Universiadi invernali. Sul fronte interno, il Centro prosegue nella suo sforzo di fornire a tutti gli studenti universitari italiani l’opportunità di praticare attività sportiva: presso ogni nuova sede universitaria nasce un Cus dotato di autonomia gestionale ed amministrativa, che si occupa della conduzione degli impianti sportivi di proprietà delle università, organizzando in essi, o presso altri impianti, corsi, campionati ed attività varie volti al perseguimento degli scopi istituzionali dell’Ente.

 

IL CUS di Roma

Il centro polifunzionale di Tor di Quinto sorge su un’ansa del Tevere e copre un’area di 97.000 mq. Tra le discipline ospitate spiccano calcio, rugby, nuoto (con una piscina di 1500 metri quadrati), tennis, atletica leggera e tiro con l’arco. La struttura, dotata di impianti fotovoltaici per il risparmio di energia, comprende una Sala Congressi per 200 persone, due campi da Tennis, uno da Rugby con tribuna per circa 600 spettatori, due da Calcio con tribuna per circa 100 spettatori, due da Calcio a 5, uno per il Tiro con l’Arco, una palestra coperta per il Body Building, una pista di Atletica Leggera a 8 corsie, una piscina con copertura mobile. Completano la Struttura la Club House, il Bar‐Ristorante ed ampi parcheggi. Tutt’ora in allestimento campi da beach volley agonistico e beach rugby.