Un’occupazione simbolica, una passeggiata salutare, un modo pacifico per far sentire la propria voce di rugbisti che si sentono privati del diritto di avere un campo di gioco su cui poter alimentare la propria passione sportiva. Così sabato pomeriggio una sessantina di ragazzi della Nuova Rugby Roma, la società che ha 220 tesserati e che è nata sulle ceneri della gloriosa Rugby Roma, cancellata dal fallimento economico in un’estate che ha portato via alla Capitale un pezzo della sua storia sportiva, ha deciso di allenarsi all’impianto del Tre Fontane, quello che sentono «loro» quasi per diritto sportivo e che invece una «guerra» per la gestione, tutta interna al piccolo mondo del rugby romano, ha di fatto concesso alla neonata associazione sportiva dilettantistica Rugby Roma, presieduta dall’a.d. dell’Ente Eur Riccardo Mancini.
Un cartello della vecchia Rugby Roma al Tre Fontane
LA VICENDA – La storia è complessa e costruita su un tiro incrociato di veti e rivendicazioni che, forse, nasconde qualcosa in più del semplice diritto dei ragazzi a praticare il loro sport. La Nuova Rugby Roma in sede di affidamento della gestione dell’impianto da parte della Coni Servizi, ha preteso di avere il 50% delle quote, facendo leva sul numero dei suoi tesserati. Ma le altre 3 realtà del consorzio (I Cavalieri, Rugby e Altro, Rugby Roma 2000) non hanno accettato, pretendendo che oneri e onori della gestione fossero divisi in quote pari al 25% ciascuno. Da qui è nato un tiramolla senza fine che ha portato alla nascita dell’Asd Rugby Roma dalla quale si è volontariamente sfilata l’unica società che sta svolgendo attività sportiva con le proprie squadre e che per questa decisione è costretta a peregrinazioni su campi di fortuna tra Torvaianica e Corviale.

L’OCCUPAZIONE – Fino alla simbolica occupazione di sabato, all’ingresso nell’impianto chiuso (sebbene i lavori di sistemazione di campi e spogliatoi siano stati ultimati dal nuovo consorzio, mancano ancora alcuni dettagli burocratici e le autorizzazioni della Asl per la riapertura a norma) e alle immancabili polemiche. Riccardo Mancini ha provato a fermare la «violazione» dei campi e ha continuato a ribadire la completa disponibilità del suo gruppo a trovare un accordo con il club presieduto da Roberto Barilari. Dall’altra parte il consigliere comunale Athos De Luca ha sposato la causa della Nuova Rugby Roma, parlando di strumentalizzazioni mirate a mettere le mani sull’impianto con obiettivi futuri ben diversi dalla semplice pratica sportiva. Basterebbe un po’ di buona volontà per trovare un accordo. I 220 ragazzi della Nuova Rugby Roma la meriterebbero. (roma.corriere)