Lo stadio pieno. La folla in visibilio. Tra gli applausi che accolgono i giocatori spiccano indicazioni in lingua inglese. O in afrikaans. Non è un sogno, ma pura realtà. I protagonisti sono Matteo Luccardi, tallonatore di Piacenza classe ’98, e Alberto Costella, suo amico e coetaneo, mediano di mischia di scuola parmigiana. Entrambi hanno il cuore biancorosso, vengono dall’under 16 del Colorno e, nella stagione 2014/2015, saranno a disposizione del coach Marco Falzone, responsabile della 18. Sono reduci da un’esperienza incredibile di un mese in Sudafrica dove sono stati ospitati dalle famiglie di Paarl, sulla riva ovest del fiume Berg, e Stellenbosh, distretto di Cape Winelands, non lontano da Città del Capo. La gente del luogo ha accolto a braccia aperte i giovani colornesi, così come le famiglie parmensi avevano fatto a Pasqua coi rugbisti sudafricani in occasione del Colorno Tournament Under 16 “Filippo Cantoni”.

Colazione da campioni, affinamento della lingua inglese nei college di Boys High e Paul Roos e al pomeriggio rugby, tanto rugby.

“Due settimane a Paarl, due a Stellenbosh. Vestire le maglie dei due college è stata un’avventura indimenticabile – ha detto Matteo Luccardi -. È una realtà che per gli italiani è difficile da immaginare, sono dei perfezionisti in tutto ciò che fanno, nulla è lasciato al caso. Si respira rugby per le strade, nei corridoi delle scuole, la gente parla di rugby nei pub, è come il calcio in Italia, ma vissuto con più passione. Hanno tantissime squadre che disputano svariati tornei. Noi abbiamo avuto la fortuna di giocare due derby, loro li chiamano interschool, con lo stadio pieno, alcuni sostenitori venivano dalle città vicine, una cosa incredibile. Ho segnato 3 mete contro Grey, non lo dimenticherò”.

Tra Italia e Sudafrica c’è un abisso: “Sono più avanti in tutto. Quasi impossibile per noi italiani arrivare a quel livello, almeno adesso. Vorrei che un giorno fosse così anche da noi”.

E in campo? “Ci siamo comportati molto bene. Loro erano a fine stagione, la forma fisica era diversa dalla nostra, ma ci siamo fatti onore. Ovviamente il livello è altissimo, ma solo giocando coi migliori puoi arrivare a confrontarti con loro per davvero”.

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