Dal portale Ladies Rugby Club:

Questa domenica è ricominciato il campionato di rugby femminile in Italia. In una chiacchierata (via Skype), abbiamo chiesto a Lorenzo Cirri qual è la situazione attuale del rugby femminile in Italia e quali sono i suoi piani per il futuro. Lorenzo è un giovane allenatore, che negli ultimi cinque anni ha seguito l’evoluzione del rugby femminile in Italia.

Ciao Lorenzo, qual è il livello del rugby femminile in Italia adesso?
“Il rugby femminile in Italia si è sviluppato enormemente negli ultimi cinque anni. Il numero di ragazze che gioca a rugby è cresciuto notevolmente e negli ultimi due anni l’Italia ha ottenuto importanti successi nel 6 Nazioni, vincendo anche fuori casa in Galles e Scozia ed entrando nelle prime dieci squadre nel ranking mondiale “.

Pensi che l’Italia ci sarà alla prossima Coppa del Mondo?
“L’ossatura di squadra è stata costruita proprio pensando alla prossima Coppa del Mondo. La priorità di Di Giandomenico (il coach italiano ndr.) è stata prioprio quella di alzare il livello del gioco dell’Italia per arrivare al prossimo Mondiale in Francia. Ci sono davvero molte buone giocatrici, la rosa azzurra è un mix equilibrato di giocatrici esperte e di ragazze giovani che hanno grandi possibilità di fare bene”.

Parliamo di te. Hai allenato una squadra femminile negli ultimi cinque anni, che tipo di esperienza è stata?”
E’ stata un’esperienza molto bella e molto difficile allo stesso tempo. Nel rugby non ci sono giocatrici professioniste in Italia e le ragazze giocano a rugby per il piacere di giocare. Ciò è in parte positivo, non c’è alcuna pressione per il risultato, in parte è molto negativo, perché le ragazze non raggiungono mai alti livelli di formazione e qualità”.

Quali sono i maggiori problemi del rugby femminile in Italia?
“Non c’è copertura dei media tradizionali per il rugby femminile in Italia, che in pratica è sconosciuto a coloro che non vivono l’ambiente del rugby. I soldi non ci sono affatto (non ci sono sponsor), e spesso l’attenzione e gli investimenti dei club per il settore femminile sono vicini allo zero. Qui si pensa ancora che il rugby sia uno sport solo per uomini e le madri hanno ancora troppa paura nel mandare le ragazze sui campi da rugby. Per non parlare poi della scuola, dove persino il rugby maschile ha ancora dei grossi problemi d’inserimento”.

Il momento migliore da allenatore, in cinque anni di rugby femminile?
“Il momento più bello è stato quando abbiamo sconfitto Colorno durante la finale di Coppa Italia nel 2008. Loro erano la squadra favorita della competizione insieme a Treviso, ma noi abbiamo giocato la partita perfetta e abbiamo vinto 12 – 5. Mi ricordo che io e l’altro allenatore, al fischio finale ci siamo guardati l’un l’altro ed abbiamo detto contemporaneamente: “Dio mio! Che abbiamo fatto!” Abbiamo poi vinto la medaglia di bronzo in quella finale. Quella è stata davvero una bella giornata.”

Ed il peggiore?
“L’estate scorsa, quando ho finito la mia avventura con le ragazze. E ‘stato difficile in molti modi. Abbiamo terminato al 17° posto la Coppa Italia, dopo un anno davvero difficile: troppi infortuni, troppe giocatrici che sono mancate durante l’anno. E’ molto difficile giocare senza numero 9 e numero 10 e con tante giocatrici inesperte. La cosa peggiore è stata quella di non avere più la fiducia delle ragazze. Alcune giocatrici hanno fortemente voluto un cambio di allenatore e di società e così lo spogliatoio si è diviso. Alla fine, io ho preferito di andarmene, ma è stato molto difficile dopo cinque anni, per parafrasare Nick Mallett: quella per me era una famiglia più che una squadra”.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Continuerai a seguire il rugby femminile?
“Sono tornato a giocare a rugby in questo momento, ho voluto spendere un anno nella squadra che mi ha visto crescere come giocatore. Ho collaborato con un team di prima divisione femminile come allenatore esterno e sto seguendo con interesse una giovane realtà che si sta sviluppando in Toscana. In futuro mi piacerebbe tornare in campo come allenatore di una squadra femminile, ma per il momento non ci sono proposte. Sto ancora aspettando”.

Una previsione per il 6 Nazioni femminile?
“L’Inghilterra è la favorita, ma dovrà stare molto attenta alla Francia che è davvero in crescita e che dovrà affrontare proprio a Parigi nell’ultimo turno. Il risultato potrebbe non essere così scontato. L’Italia giocherà per vincere con il Galles, Scozia e Irlanda.

L’Italia andrà alle Olimpiadi nel 2016?
“Il rugby 7s in Italia sta lentamente crescendo, qui c’è una particolare versione di questo gioco che si gioca a centrocampo e con mischie no-contest, ma ci sono tornei importanti a Rovigo, Roma e Cortina dove le ragazze giocano con le regole IRB e spero che in futuro ce ne saranno molti altri. Sarà difficile per il 2016, ma sono fiducioso. Andrea è un ottimo allenatore e ci sono buone atlete in prospettiva”.

Grazie Lorenzo, è stata una chiacchierata davvero utile. Speriamo di rivederti presto come allenatore di una squadra femminile. Buona fortuna e speriamo di risentirci presto!