Tre anni a Frassinelle tra Prima Squadra e settore giovanile. Tre anni durante i quali Antonio ha conosciuto i gradi di assistant coach prima, head coach poi e quindi responsabile del settore junior. Oggi Antonio Romeo ha ben chiaro il mosaico gialloblu. Un’opera riempita da tanti imprescindibili tasselli. Dagli atleti alle famiglie, dagli Educatori delle giovanili ai volontari che, tutti i giorni, lavorano affinché il progetto del Rugby Frassielle continui a crescere mantenendo quel sapore di genuinità che ha sempre contraddistinto la famiglia gialloblu.

Antonio, quanti tesserati ha il settore giovanile del Rugby Frassinelle?

‘Al termine della stagione 2016/2017 i bambini tesserati nel nostro settore giovanile erano 134. E’ un ottimo traguardo, in linea con il trend delle ultime stagioni. A breve monitoreremo anche gli eventuali abbandoni, numero che non deve mai essere sottovalutato. L’obiettivo è quello di fidelizzare i ragazzi, che così apprezzano il lavoro che svolgiamo a Frassinelle’.
Volete crescere ancora?
‘A livello giovanile siamo felici di questi numeri. Logisticamente, se arrivassero più bambini, avremmo bisogno di allargarci’.
In cantiere c’è poi l’under 16.
‘Categoria fortemente voluta dal Presidente Mora e che riusciremo a fare. Sarà il nostro grande traguardo per la stagione alle porte e nonostante i numeri non siano ancora eccezionali, sono sicuro che con la passione, il tempo e il lavoro riusciremo a ottenere un buon risultato. Per la prima volta Frassinelle avrà l’under 16, risultato di un grande sforzo fatto in passato e continuato da Denis Zanconato, coach che ha aiutato la crescita di questi ragazzi, costruendo ottimi rapporti anche con le famiglie. Tutti si sono innamorati di lui’.
Come giudica la stagione sportiva conclusa da poche settimane?
‘E’ stata una grande stagione, il Mini Rugby ha fatto cose straordinarie. Ricordiamoci che siamo un gruppo molto giovane, con un background in continuo miglioramento. Costruire una struttura tecnica, creare una giusta mentalità e trasmetterla a ragazzi di età diverse non è semplice. Allenatori e Educatori stanno svolgendo un lavoro esemplare. Li ringrazio a nome di tutta la società’.
Come si presenta il Rugby Frassinelle a una nuova famiglia che vuole portare il proprio figlio in gialloblu?
‘Dobbiamo essere bravi a spiegare quali step vogliamo affrontare e di quanto tempo abbiamo bisogno affinché accada. Senza fretta. A Frassinelle non puntiamo al risultato, quelli sportivi arriveranno con il tempo, ma alla crescita dei bambini. Ciò che deve essere chiaro è che noi non possiamo educare i figli degli altri, ma possiamo partecipare alla loro educazione. E’ importante che i genitori abbiano fiducia e se ci muoviamo nella stessa direzione possiamo accelerare questo percorso di apprendimento’.
A tal proposito, come è il rapporto con le famiglie?
‘E’ molto buono, c’è disponibilità e collaborazione. E spirito di iniziativa, la trasferta a Pesaro è stata voluta e organizzata dai genitori, ad esempio. Noi siamo sempre aperti al confronto, con tutti. Stiamo crescendo insieme e la possibilità di discutere di qualsiasi aspetto – problemi, differenze di vedute e punti di vista – è uno dei fattori più importanti nel rapporto tra il Rugby Frassinelle e i genitori dei ragazzi’.
Quali sono i suoi compiti principali?
‘In qualità di responsabile del settore giovanile mi confronto costantemente con gli Educatori, decidiamo le linee guida a inizio stagione e poi durante le settimane di lavoro seguo in campo gli sviluppi. Teniamo dei briefing, ci confrontiamo. A livello organizzativo, insieme alla società, decidiamo i tornei ai quali partecipare, che hanno un costo, quindi vanno selezionati. Durante la stagione scorsa la partecipazione a diversi tornei è stata possibile grazie al supporto delle famiglie’.
Come gestite logisticamente l’attività settimanale?
‘Abbiamo un responsabile dei pulmini che organizza il lavoro settimanale con gli autisti per portare i bambini al campo. Gli Educatori arrivano sempre prima agli allenamenti, fanno accoglienza e preparano le sedute. Stiamo molto attenti anche al rapporto con i ragazzi e al loro percorso di crescita come persone e rugbisti. A fine allenamento, ad esempio, eccetto per l’under 6, vogliamo che i giocatori vivano lo spogliatoio insieme, senza la presenza dei genitori. Sempre accompagnati e seguiti dagli Educatori, vogliamo che crescano come gruppo di persone, ridano insieme e vincano le naturali emozioni che nascono quando si fa parte di un team’.