Grande successo giovedì sera per la prima edizione dell’incontro “Mischiamoci”, frutto del lavoro congiunto dell’Asd Rugby 1984, alcuni membri del progetto “Posti.t” e la Biblioteca Sperelliana. La sala ex refettorio del convento di San Francesco è stata gremita da oltre 200 persone che hanno ascoltato il susseguirsi di interventi da parte di Marzio Presciutti Cinti, Stefano Laffi e Vittorio Munari in materia di lavoro, scuola e mondo dello sport. Una platea numerosa, formata dalla squadra senior del Rugby Gubbio al completo e da alcuni membri delle squadre giovanili, ma soprattutto da tantissimi curiosi cittadini ed esponenti della realtà scolastica locale. Tanta curiosità dunque, ripagata in pieno dalle significative parole spese sull’importanza della più autentica cultura dello sport nella formazione e crescita dei giovani, ma anche, e soprattutto, dell’apparato sociale più in generale.
D’altronde il successo riscosso ha radici ben più lontane di questa che è solo l’ultima delle tante iniziative promosse dal Rugby Gubbio e da alcuni dei suoi membri societari in termini di cultura dello sport come valore sociale. Tentativi di “mischia” sono rintracciabili già nel 2010, quando, grazie ad un’idea di Paolo Tosti, uno dei consiglieri storici del Rugby Gubbio, le rappresentative cittadine di basket, pallavolo e rugby vennero presentate tutte assieme ad inizio stagione, in quella che doveva e poteva essere un’occasione di convergenza, di intenti e di sforzi: un primo passo su un sentiero di “mischia”, inteso come capacità di far fronte comune in nome di un progresso allo stesso modo comune, superando i confini di palestre o campi da gioco grazie ad un orizzonte etico di cultura sportiva che possa rendere sempre vincenti le società al di fuori dei singoli “match day”, nelle menti e nei cuori di tutti coloro che si avvicinano allo sport. Questa è l’anima che ha mosso le tante iniziative susseguitesi negli anni targate Rugby Gubbio, frutto di un lavoro totalmente volontario, una “professionale passione” che contraddistingue l’intero assetto societario.
Come quella di giovedì sera, iniziata alle ore 21 con il saluto del presidente dell’Asd Rugby Gubbio 1984 Francesco Gagliardi e con l’introduzione di Maria Giovanna Fiorelli, membro del progetto “Posti.t”, che ha poi coordinato i vari interventi durante tutto l’incontro. Il primo a prendere la parola è stato a quel punto Marzio Presciutti Cinti, presidente dei Giovani Imprenditori Umbria, che ha sottolineato l’importanza, nel mondo del lavoro, di un’educazione alla cultura del lavoro e del fare impresa coltivata sin dalle prime esperienze dei giovani, nella scuola e nello sport, per apprendere come raggiungere “sudando” i propri obiettivi sia fondamentale per la formazione futura a qualsiasi tipo di esperienza lavorativa.
Sulla falsa riga il successivo intervento di Stefano Laffi, sociologo, scrittore e ricercatore esperto in culture giovanili, che ha posto ancora di più l’attenzione sul mondo dei giovani e della scuola, sviluppando il suo argomentare grazie ad una metafora rugbistica che ha perfettamente rappresentato i concetti sostenuti: partendo da alcune delle tematiche contenute nel suo ultimo libro, “La congiura contro i giovani” (in libreria per Feltrinelli), Laffi ha evidenziato come “la scuola è la nostra prima mischia”, un concetto importante troppo spesso sottovalutato. E sottovalutare questo significa, ad esempio, che i bambini passino 5 ore a scuola senza guardarsi negli occhi, ma di spalle, l’uno all’altro; mentre sarebbe formativo educare, anche nelle piccole cose come questa, a guardarsi negli occhi per potersi conoscere e fidarsi reciprocamente, proprio come quando in partita ci si volta cercando lo sguardo del compagno, pronto a ricevere la palla, a sostenermi verso un unico obiettivo che da solo, altrimenti, sarebbe irraggiungibile. Cultura dello sport, costruita sin dai piccoli dettagli che possono far sì che l’esperienza del singolo non sia più solo personale, ma arricchisca anche gli altri in uno scambio autentico e sincero.
La preponderanza del rugby negli interventi ha avuto il suo apice con le parole di Vittorio Munari, ultima voce della serata. D’altronde non poteva essere diversamente, vista la grandissima esperienza di Vittorio, raccontata al pubblico con una coinvolgente passione: da ex giocatore, Vittorio è diventato direttore generale nell’era più florida della Benetton Rugby Treviso, portando poi gli anni di “campo” maturati a disposizione di tutti gli italiani, divenendo la voce ufficiale del rugby italiano ed internazionale. Un uomo che ha fatto cultura nel mondo sportivo, grazie alla sua straordinaria capacità di saper spiegare il rugby ai telespettatori meno informarti prendendo spunto dalle azioni di gioco raccontate. Uno sport che gli ha rapito il cuore, impossessatosi del vero spirito del gioco del rugby, tanto importante, se compreso e vissuto a pieno, nella formazione reciproca. “Il rugby esclude gli alibi” sono le sue parole rappresentative di una serata intensa, terminata con i suoi saluti e ringraziamenti, in particolare ad Andrea Frondizi, altro membro storico del consiglio dell’Asd Rugby Gubbio 1984, che sin dal lontano 1997 lo voleva a Gubbio. Tutti ora ne capiscono il perché.
Quello posto alla fine dell’incontro, nelle intenzioni del Rugby Gubbio, è solo un punto e virgola di un racconto ancora tutto da scrivere. L’auspicio è che questo evento sia l’ennesimo stimolo alla nascita definitiva di un percorso congiunto di ricerca di momenti di discussione, di riordino tra le diverse componenti sociali. Mischiarsi per riordinarsi.

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