Come sei arrivato a San Mauro?
Mi sono trovato libero e sul mercato a metà dell’anno scorso. Non so chi abbia parlato di me al DT (Rossini) e lui mi ha contattato per sapere se ero interessato. Mi ha proposto un progetto completo, complesso ed ha individuato esattamente il mio posto umano all’interno dell’intero progetto. Ciò mi ha soddisfatto ed anche un pò impaurito, ma per mia natura adoro le sfide.

Come ti sei trovato?
Fin da subito son stato inserito dentro uno staff, quello dell’under 16, trovando dei colleghi umili, simpatici, giovani e disponibili. È il mio humus ideale. Poi Marco (Rossini) ci seguiva, ci incoraggiava a collaborare sempre di più e ci correggeva la dove lo riteneva opportuno. La sua Presenza non era invadente ma votata al confronto. Il San Mauro ha uno staff pronto alle future sfide, proprio perchè al suo interno ha il germe del confronto ed è unito e ben direzionato.

Quest’anno ti è stata affidata la conduzione dell’under 18, come la vivi?
E’ una categoria molto importante, si unisce con la prima squadra, ha un campionato molto frastagliato e corto. Basta sbagliare una partita e si è quasi fuori dal girone che conta. Ho una squadra ben amalgamata con un pò di 98 a far da chioccia e che vuole mettere sempre più in crisi lo staff della prima per farsi convocare. Dei 99 di talento, che han già fatto esperienza l’anno scorso, e dei 2000 che portano in dote una bella fisicità e con i quali ho lavorato l’anno scorso. Non vedo l’ora di iniziare.

Obiettivi per il campionato?
Ho un gruppo che può fare molto bene, nel nostro girone ci sono 2/3 realtà che non sfigurerebbero nell’èlite, è quindi una bella sfida per i ragazzi. Voglio però porre l’accento sul ruolo mio e del mio staff. Posto che vogliamo arrivare più sù possibile, noi dobbiamo sfornare ragazzi che ben figurino in prima squadra. L’anno scorso i 5 esordienti hanno fatto la differenza.

 

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