Che la SRU, avesse mal digerito (nonostante il poco impegno profuso dai vertici) l’esclusione dalla Coppa Del Mondo femminile era una voce che circolava con insistenza. In questi giorni si è discusso molto a Edimburgo della possibilità di intervenire in maniera massiccia nel settore e l’arrivo dei fondo che la Federazione Scozzese ha appena ricevuto dal colosso da BT colosso delle telecomunicazioni hanno messo in moto il tutto.
Per prima cosa è stata creata una nuova posizione all’interno della Federazione: Head of Women’s Rugby, in pratica il capo di tutto il settore femminile. Questo presitigioso quanto difficile incarico è stato affidato a Sheila Begbie, che arriva dalla SFA ovvero Scotland Football Association (la federazione calcistica scozzese), dove fin dal 1998 ricopriva il ruolo di Head of Girls’ and Women’s Football. Oltre ad essere responsabile dello sviluppo strategico del calcio femminile in Scozia, Sheila è stata vice presidente del comitato di UEFA Femminile e delegata UEFA ai mondiali femminili.
Come confermato direttamente dal Direttore della Scottish Rugby Union, Scott Johnson, il mandato di Sheila coprirà tutti gli aspetti del gioco delle ragazze, dalle radici alla performance di alto livello.
Queste le prime parole di Sheila da Head of Women’s Rugby: “Penso che quello che mi porterò dietro dal calcio è un progetto di successo, perché negli ultimi anni abbiamo avuto un sacco di successi nel calcio femminile qui in Scozia. Mi auguro di trasferire un sacco di competenze in termini di elementi strategici dal lavoro che ho fatto alla Scottish FA, anche per la rete di persone che conosco e lo sviluppo di partenariati, che sono critici nello sviluppo del rugby femminile qui in Scozia.
Dobbiamo far crescere il gioco quindi abbiamo bisogno di avere sul campo più ragazze giovani e attive. Vorrei lavorare con i tecnici regionali per la creazione di partnership tra la SRU e le parti interessate ad avere un approccio molto più specifico per lavorare con le ragazze. Una delle cose che mi ha davvero colpito è stata la vision della Scottish Rugby Union in termini di aspirazioni per il rugby femminile – c’è una reale volontà di sostenere la crescita del gioco e sostenerlo in funzione di performance di alto livello.”
In questi giorni la Scozia sta mettendo in discussione tutta la sua struttura e gli obiettivi sono chiari, qualificazione al mondiale 2017, tornare tra le prime tre squadre del Sei Nazioni, partecipazione alle 7s World Series e provare a qualificarsi a Rio 2016.
Obiettivi ambiziosissimi, ma se si lavora, con il personale giusto e le giuste risorse niente è impossibile. L’Italia che negli ultimi anni ha spesso mortificato la Scozia sul campo (nel 15s, ma anche nel 7s) è avvertita!