Lo sport è bello anche perché può essere uno strumento impareggiabile per ampliare i propri orizzonti e conoscere nuove culture. Un esempio emblematico è costituito dal progetto di collaborazione che il CUS Ad Maiora Rugby 1951 ha instaurato con la Scuola Manukura di Palmerston North, in Nuova Zelanda.
«Siamo entrati in contatto – spiega Maurizio Cremonini, direttore sportivo delle Under 14-16-18 cussine, – con Nathan Durie, che è il preside di quell’istituto e dal confronto è nata l’idea di organizzare uno scambio che consentisse ad alcuni nostri ragazzi di trascorrere un paio di mesi da loro e a un gruppo di suoi allievi di restituirci la visita a Torino». A giugno e luglio gli Under 16 cussini Massimiliano Bussolino, Edoardo Denunzio e Luigi Mastrodonato (classe 1999) e gli Under 18 Matteo Cremonini (1996) e Simone Carosso (1997) sono dunque stati a Palmerston North e hanno avuto la possibilità di perfezionare il loro inglese, andare a scuola con i ragazzi locali, imparare le tradizioni e giocare a rugby.
« È stata un’esperienza fantastica – ricorda Matteo Cremonini – . È bello vivere in una nazione in cui i giovani conoscono il rugby e lo sanno giocare. Io e Simone abbiamo disputato cinque partite del campionato Under 21 con il Linton Army, mentre Massimiliano, Edoardo e Luigi sono rimasti a Palmerston e sono stati inseriti nella squadra della scuola. Abbiamo creato dei rapporti speciali e quando siamo partiti ho lasciato delle persone che ora mi mancano, anche se siamo rimasti in contatto e ogni tanto ci sentiamo dall’Italia. I genitori dei ragazzi ci hanno trattato come fossimo loro figli. Ho trovato un grande desiderio di condividere e una disponibilità incredibile a trasmetterci la loro cultura. Ci hanno insegnato i movimenti che fanno con le mani e il loro significato. Eravamo in un paesino e abbiamo sperimentato una vita molto più tranquilla della nostra in Italia, in cui si possono maggiormente apprezzare i valori veri».
Ricordi fantastici sono anche quelli sportivi. «È incredibile – osserva Edoardo Denunzio – come i ragazzi neozelandesi vogliamo sempre giocare a rugby. Si capisce anche da ciò come mai siano così forti. Loro in campo danno la vita e questo fa la differenza. C’è molta più aggressività e grinta nel loro modo d’interpretare questo sport. Puntano sulla velocità e anche quando sbagliano recuperano subìto. Mi ha sorpreso vedere giocatori di mischia alti come me, che faccio il trequarti. Non sono grandi, ma sono potenti e spingono come dei tori. Alla fine dell’allenamento, intorno alle 18, andavano tutti in un’altro campo a giocare a Rugby League, il rugby a 13. A scuola il rugby è una materia di studio».
La giornata iniziava presto al mattino. «Ci svegliavamo – afferma Matteo – intorno alle 6-6,30 e andavamo a scuola, dove fino alle 9,40 svolgevamo un po’ di attività fisica, palestra, corsa o esercizi sul campo. Dopo colazione facevano dieci minuti di canti e danze maori e dalle 10 seguivamo le lezioni per quattro ore, intervallate dalla pausa pranzo. Al pomeriggio ci allenavamo a rugby, privilegiando il dinamismo al contatto fisico, e tornavamo alla casa-famiglia». I cinque cussini hanno anche trascorso due settimane di vacanza pura:«Siamo stati nel nord, al mare, e siamo andati a Rotorua, zona di sorgenti sulfuree». Naturalmente il rugby non è mancato neppure in quel periodo. «Palmerston North – racconta Edoardo – è nella zona meridionale dell’Isola del Nord, e siamo scesi fino alla capitale Wellington, dove abbiamo assistito a una partita di Super Rugby fra i Crusaders e gli Hurricanes. Poi siamo saliti fino a Auckland, la città più popolosa, e lì abbiamo visto un match fra le squadre Under 18 dei Chiefs e dei Blues. Al nord abbiamo anche fatto qualche allenamento. Paesaggisticamente la Nuova Zelanda è fantastica, sembra di essere in un film».
Da lunedì prossimo toccherà a sei giovani neozelandesi di Palmerston North venire in Italia. Il 18enne Stacey Matthews, i 17enni Taumutu Nohotima, Mannaki Netana-Williams e Arjuna Walker e i 16enni Ihaia Sofa e Tamahau Rowe saranno ospiti di sei famiglie del CUS Ad Maiora fino a metà dicembre. «La giornata tipo – sottolinea Maurizio Cremonini – li vedrà impegnati al mattino all’Istituto Sociale, dove frequenteranno il liceo e avranno a disposizione un tutor. Seguiranno le lezioni delle materie a loro più utili, come inglese, scienze, matematica, educazione fisica, mentre nelle altre ore potranno stare in un’aula studio con un computer e potranno collegarsi con la loro scuola e svolgere i compiti relativi. Pranzeranno al Sociale e al pomeriggio riprenderanno l’attività fisica e successivamente si sposteranno al centro sportivo Angelo Albonico di Grugliasco, per aggregarsi alle nostre Under 18. I regolamenti prevedono che non possano essere tesserati più di due atleti stranieri. Abbiamo scritto al Consiglio Federale per avere una deroga, che ci permetta di tesserali tutti e impiegarli a rotazione». Fuori dal campo e dalla scuola Stacey, Taumutu, Mannaki, Arjuna, Ihaia e Tamahau saranno coinvolti nella vita familiare italiana e potranno conoscere una realtà molto diversa da quella cui sono abituati.

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