La telenovela legata allo storico impianto romano del Tre Fontane sembra essere, finlamente, a una svolta.

Il comunicato posto sul sito della Nuova Rugby Roma, recita:

“Il giorno 6 febbraio 2015 il Dipartimento Sport e Qualità della Vita del comune di Roma Capitale ha ufficialmente consegnato al presidente della Profit N.G. S.r.l. Ugo Pambianchi, capofila dell’ATI di cui la Nuova Rugby Roma fa parte insieme alla All Volley, l’impianto sportivo Tre Fontane Esedra Destra Area Rugby. L’ATI stessa accogliendo l’invito dell’Assessore allo sport di Roma Capitale Paolo Masini, dietro richiesta del Presidente della Rugby Roma Club Silvio Tarroni, ad esclusiva tutela dei giovani iscritti ha acconsentito alla società uscente il proseguimento dell’attività sportiva nell’impianto Tre Fontane fino alla data inderogabile del 29 maggio 2015.”

Il tutto è molto interessante e sembra porre la parola fine su questa diatriba che ha reso i campi del tre fontane degli ordigni bellici: belli da vedere ma a continuo rischio esplosione.

La data del 29 Maggio sancisce, quindi, l’ingresso dell’ATI a cui sarà affidato il tre fontane, che avrà il compito di ristrutturarlo e farlo tornare ad essere il centro più importante di rugby di Roma.

La realtà, però, non è questa.

Il progetto dell’ATi di cui la Nuova Rugby Roma fa parte, pone il rugby come una delle attività presenti nella struttura.

Dei tre campi, quello denominato B, secondo progetto, dovrebbe diventare una zona per la pratica del golf con tanto di bunker, e lo stadio del rugby, dove l’Olimpic ha giocato partite internazionali di storica memoria, diventare una struttura polivalente da dividere con il calcio. Unico campo a restare totalmente dedicato al rugby sarà il cosiddetto campo A, su cui verrà posto il manto sistetico.

Nulla da obiettare in merito al progetto, accettato dal comune, quindi degno, ma tanto da dire a riguardo.

Primo: perché le parti in causa da sempre si sono attaccate sull’uso dell’impianto e lo spauracchio portato avanti dalla Nuova Rugby Roma in questi anni era la preoccupazione nel vedere il tre fontane diventare altro rispetto a ciò che è (ricordo le polemiche sul gran premio e i mercatini di natale).

Secondo: perché dopo anni di discussione, a prendere il mano il tre fontane è una società in cui la componente rugby è minoritaria e non preponderante.

Terzo e più importante: se questo progetto dovesse andare in porto, il Tre fontane non sarà più lo storico centro sportivo del rugby a Roma, ma un campo, come altri, dove sotto gli stemmi degli scudetti vinti potrai affittare il tuo ferro 9 per provare la buca. Se era rimasta una speranza di far rinascere la Rugby Roma, ora muore anche quella.

@minchiamedeo

Roma_Stadio_Tre_Fontane