Locandina-petternella-2016

Andrea Di Giandomenico è da alcuni anni la guida del movimento rugbistico femminile in Italia e, come affermato da alcune delle sue giocatrici, il vero e proprio pilastro su cui sono stati fondati i recenti successi delle Azzurre. Con lui, non potevamo non affrontare la questione dello stato di salute del movimento e del torneo.

“Negli ultimi anni abbiamo notato una grande crescita, sia da un punto di vista d’interesse a livello mediatico e di pubblico, che per quanto riguarda il lato statistico a livello di numeri di giocatrici che si approcciano a questo sport. Ci avviciniamo a quello che sarà l’anno del Mondiale (agosto 2017 in Irlanda, ndr) e dopo aver fallito l’obiettivo nel 2014, siamo arrivati ad ottenere una qualificazione significativa e a far entrare l’Italia nel novero delle squadre che contano”.

Risolto il problema Coppa del Mondo, ci sarà da progettare un approdo olimpico. 
“Tutti quanti guardando le Olimpiadi alla televisione ci siamo rammaricati di non esserci. Ma d’altronde è un torneo a dodici squadre e quindi la competizione aumenta e la concorrenza è serrata. Molte formazioni non si sono riuscite a qualificare, pur avendo puntato molte risorse e riposto grosse aspettative. In campo maschile, la Spagna ha eliminato Samoa, mentre nel femminile non ci sono state formazioni quotate come Olanda o Russia. L’obiettivo ora dev’essere quello di allargare la base e portare avanti un progetto parallelo tra rugby a quindici e rugby a sette e poi ovviamente di sviluppare sempre più quest’ultimo. Come femminile, ad esempio, il 10 ed 11 settembre andremo a giocare in Francia a Vichy con l’Under 18 per continuare la crescita anche delle più giovani”.

Un rugby femminile che cresce in Italia e che inizia anche ad affacciarsi all’estero, così come avvenuto negli anni scorsi nel maschile.
“Sicuramente. Alle ragazze che già avevamo in Francia, se ne andranno ad aggiungere altre tre in Inghilterra e potranno tornare senza dubbio arricchite da una nuova esperienza individuale e positiva anche in un’ottica di squadra. Sono sempre pronto ad incentivare esperienze simili, perché lo sono in primis a livello personale. Non vorrei, tuttavia, far percepire un messaggio sbagliato. Ci sono moltissime ragazze in Nazionale che hanno sempre giocato e continuano a giocare in Italia e la loro formazione è altrettanto ottimale e sono dei punti di riferimento per la squadra”.

Mondiale, volontà di provare a giocarsi una qualificazione olimpica, ma in primis ci sarà nuovamente un Sei Nazioni con tre incontri casalinghi.
“È una tappa sempre molto importante. Abbiamo tre partite in casa e vogliamo fare bene. Poi all’ultima andremo in Scozia e proveremo a fare qualcosa anche lì. Non sarà semplice perché è una squadra che sta investendo bene ed è in crescita e probabilmente si giocherà con la Spagna a fine anno la qualificazione ai Mondiali. Proprio questi ultimi saranno allo stesso tempo molto determinanti per il torneo. Ci sarà tanta attenzione anche alla preparazione in vista di questa manifestazione e quindi una sorta di doppio fronte. Giocheremo alla Coppa del Mondo cinque partite molto ravvicinate e perciò uno dei focus è evidentemente quello di allargare il più possibile la rosa a disposizione”.

Però, come ormai da tradizione, l’avvio della nuova stagione coincide con il Torneo Petternella.
“Quest’anno arriva alla ventesima edizione, il che è un traguardo davvero notevole. Stiamo parlando sempre più di Seven negli ultimi anni con l’avvicinamento e l’approdo alle Olimpiadi, ma in Italia abbiamo questo fiore all’occhiello che va avanti da vent’anni. È un appuntamento di rilievo ed una grande testimonianza di tutto il lavoro e dell’organizzazione di chi crede in questo progetto. Personalmente farò di tutto per essere presente”.