@annalaratro

Alice Trevisan ha 27 anni ed è di Cessalto, provincia di Treviso. A Trieste, dopo la maturità, era venuta per studiare Giurisprudenza e tra un esame e l’altro ha scoperto il rugby. Dopo l’esperienza in Coppa Italia con il Venjulia Trieste, conclusa con un quarto posto in classifica, la Trevisan è stata notata dai tecnici federali e dal Riviera del Brenta e così è iniziato il suo lungo cammino con la maglia azzurra e con una delle formazioni italiane più strutturate e vincenti.

 

-La partecipazione al Sei Nazioni e al campionato di Serie A richiede molto tempo a disposizione; come hai saputo conciliare lo sport e l’università?

 

In questi anni conciliare studio, lavoro, vita privata e allenamenti a più di 150km di distanza non è stato facile, ma non credo di aver fatto nulla di straordinario. Conosco molte ragazze che, come me, fanno grandi sacrifici, prendono ferie per poter partecipare ai raduni e al Sei Nazioni, ci sono studentesse che preparano esami in trasferta, lavoratrici, mamme.

 

-Il risultato a seguito del Sei Nazioni ha segnato una parte di storia del rugby femminile italiano. Che impatto ha avuto tale evento nella tua carriera sportiva?

 

Nella storia del Rugby Italiano solo le Donne sono riuscite a salire sul podio di questo torneo ed è un primato di cui vado enormemente fiera. In ambito sportivo tutte le partite a livello internazionale mi hanno fatta crescere come giocatrice, ma è psicologicamente che ho notato i più grandi cambiamenti; ho acquisito maggiore lucidità, riconoscendo i miei limiti e lavorando per superarli.

 

-La ripresa del campionato è alle porte. Quali sono i tuoi progetti futuri a livello rugbistico?

 

Con sofferenza ho appeso gli scarpini al chiodo. Vivo da anni a Trieste, ma ho giocato fino alla passata stagione nel Riviera del Brenta a Mira, dove lascio un pezzo di cuore. L’assenza di una squadra a 15 a Trieste mi ha portata a lasciare il rugby giocato, ma non nego che mi piacerebbe allenare.

 

-Oltre al tuo vissuto rugbistico in qualità di giocatrice d’alto livello, dunque hai avuto esperienze anche come allenatrice?

 

Creare ed allenare una squadra comporta responsabilità e impegno, ma è un’impresa in cui mi vorrei cimentare. Per ora collaboro con il Venjulia Rugby Trieste come allenatrice di minirugby, adoro i bambini. Quest’esperienza mi ha arricchita molto, del resto per me tutto ciò che è rugby è divertimento e passione. L’unico rammarico è di non averlo scoperto da bambina.

AliceTrevisan