Il Novembre ovale, come da tradizione, non è propriamente un mese freddo. Di sicuro non lo è a Catania, dove l’Italia porta a casa la prima vittoria del 2017 sconfiggendo i temibili figiani per 19 a 10. Non è tutto oro quello che luccica nella prestazione degli azzurri, c’è molto ancora da oliare e mettere a punto, ma quel +9 sul tabellone stampa sulla faccia di Parisse, O’Shea e compagni un sorriso che, al pari del cielo siciliano, può far lavorare gli azzurri con un po’ più di tranquillità. Iniziano bene i nostri, prendendo in mano il pallino del gioco e marcando per primi con un calcio di punizione di Carlo Canna. L’Italia gioca a viso aperto, Violi mette giù un discreto ritmo e i figiani sono costretti a difendere. Tra i nostri buoni i movimenti di Hayward, Budd e Bellini. La touche fa un ottimo lavoro, tagliando i rifornimenti agli avversari e costringendo Talemaitoga, il tallonatore figiano, a forzare ogni lancio. Il dominio nell’alto dei cieli, però, non è accompagnato da quello della mischia chiusa, costretta ad un confronto sostanzialmente pari. Il primo possesso dei pacifici, però, ci costa i tre punti di Ben Volavola, già nazionale australiano under 20 ai Mondiali italiani del 2011. Fiji prova a mettere il naso fuori e ad attaccare alla mano da qualsiasi fetta di campo, ma la difesa azzurra fa buona guardia e costringe, il più delle volte, a passaggi in avanti. O a falli, come alla mezz’ora: la difesa italiana costringe i figiani al tenuto proprio sotto i propri pali. Parisse batte veloce, gli azzurri si accampano sui 5 metri figiani, altri falli. Poi, finalmente, Ferrari bussa pesantemente alla porta e va oltre per il 10 a 3 che accende il “Massimino”. La strada sembra mettersi in discesa, ma al primo errore rischiamo grosso: Hayward recupera palla nei nostri 22, calcia ma Tuisova ha già capito tutto. L’ala figiana rincorre l’ovale rimpallato e solo una scivolata (molto al limite) di Castello evita il peggio. Paghiamo però poco dopo: Nakarawa sfrutta un placcaggio bucato di Minto e Parisse e si invola, 10 a 10. È il momento più critico dell’Italia, che a cavallo dei due tempi sembra patire il tutt’altro che trascendentale ritmo figiano. Volavola al 53’ prova un pretenzioso calcio da circa 60 metri, ma la parabola si spegne nei 22 azzurri. I cambi favoriscono gli azzurri, che cominciano finalmente a guadagnare qualcosa in mischia e a sfoggiare la nostra arma più pericolosa, la rolling maul. Canna punisce due infrazioni avversarie e ci porta sul 16 a 10, poi Volavola schiaffeggia un possesso di Violi: per l’arbitro è acanti volontario, e quindi cartellino giallo. Il match è di nuovo in discesa, ma gli azzurri non chiudono il match, esponendosi invece al gioco rotto figiano. Ci salvano un velo involontario nei nostri 22 e in pieno allarme rosso e due avanti abbastanza clamorosi. L’ultimo giro di orologio ci regala i tre punti di Ian McKinley che suggellano una vittoria sofferta, ma tutto sommato meritata. C’è molto da rivedere: la mischia non è apparsa ancora il fattore che è stata nei momenti più bui, qualcuno tra gli avanti ha ancora le mani troppo callose, alcune amnesie in futuro potrebbero presentarci un conto molto più salato di quello visto oggi. Non è tutto oro che luccica, dicevamo, ma qualcosa di buono si è visto: Violi dà un bel ritmo, il piede e la cazzimma di Canna, senza contare una coppia di centri solida e propositiva, una touche di livello e due equiparati – Budd e Hayward – da tenerci stretti, in attesa di tempi migliori e di coperte più lunghe. Ma si è vinto, e per oggi può bastare così. Già da sabato prossimo, però, scopriremo qualcosa in più di noi e del nostro valore. Adelante ma con juicio, arrivano i Pumas.