Abbiamo imparato a conoscere il wheelchair rugby grazie al raduno della FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) che si è svolto a Prato a metà ottobre. Abbiamo visto gli allenamenti del Team Italia e, di questo sport  ci siamo innamorati.
Per chi non conoscesse il wheelchair rugby, ovvero il rugby in carrozzina l’occasione italiana per vederlo dal vivo si presenterà il prossimo week end quando a Lignano Sabbiadoro Italia, Svizzera, Norvegia e Repubblica Ceca, dal 18 al 20 novembre, si affronteranno  per la Lignano Cup 2011, torneo internazionale  organizzato dall’associazione Sportequal in collaborazione con la Fispes.
L’evento, che si svolgerà presso l’impianto sportivo della GeTur  è inserito nel “progetto Rio 2016” per la presentazione di una rappresentativa nazionale competitiva alle Paralimpiadi brasiliane. Il wheelchair rugby è disciplina paralimpica già da Sidney 2000, praticato in oltre 25 Paesi e che si sta sviluppando sempre più. A livello internazionale la disciplina è regolata dall’IWRF International Wheelchair Rubgy Federation, riconosciuta dall’IPC (International Paralympic Committee) e già praticata in 14 Nazioni in Europa.
In ogni continente ogni due anni si svolgono Campionati Continentali (quelli europei 2011 in Svizzera), mentre ogni quattro anni si giocano i Campionati del Mondo. Vi sono poi diversi tornei internazionali durante l’anno.
In Italia il suo recente riconoscimento tra le discipline federali istituzionali ha dato un grande slancio al movimento ed ha messo in moto tutta una serie di iniziative dedicate allo sviluppo dei vari programmi di preparazione tecnica e fisica, con un calendario di stage e un’attività di marketing con il coinvolgimento di alcune istituzioni e partner privati.
Dopo un primo momento promozionale presso la GeTur di Lignano a febbraio, nello stage di Fontanafredda di fine giugno, il gruppo di lavoro dedicato al progetto ha avuto modo di tracciare un primo percorso organizzativo e formare così un’ampia base di atleti sulla quale poi selezionare nel tempo i migliori. Da luglio scorso poi si sono svolti altri raduni (Gemona, Abano, Fontanafredda, Prato, Verona) con l’obbiettivo di presentarsi alla prima uscita ufficiale al torneo di Lignano per l’acquisizione di un ranking mondiale.
Se qualcuno che arriva dal mondo della palla ovale dovesse sorprendersi del fatto che si gioca con una palla rotonda, è pregato di non lasciarsi fuorviare, perché il wheelchair rugby è rugby per davvero, profondamente gemello dello sport della palla ovale nei valori, nei principi della squadra, nelle difficoltà tecniche e nelle caratteristiche  tecnico-tattiche, psicologiche e mentali. E come il rugby che si gioca con la palla ovale è divertente e appassionante da vedere.
Il regolamento, nel rugby, si sa, non è di facile intuizione, ma il rugby sa essere divertente anche per chi non è propriamente un esperto. Per chi fosse curioso di saperne qualcosa di più esiste un corposo regolamento in inglese e di seguito ecco un riassunto di poche regole che ci fa capire di cosa stiamo parlando.

LA PALLA – Nel rugby in carrozzina di usa un pallone da pallavolo, non la tradizionale palla ovale del Rugby.
LA SQUADRA E IL CAMPO – La squadra è composta da 12 giocatori tetraplegici o con disabilità equivalenti; in campo ne scendono però solo quattro. Il campo è lungo 28 metri e largo 15 con un pavimento specifico.
LA PARTITA – Tre arbitri sono necessari per la partita che è composta da quattro tempi di otto minuti ciascuno. In caso di parità si va ai tempi supplementari. Il punteggio è determinato dalla meta che si ottiene quando il singolo giocatore oltrepassa con entrambe le ruote della sua carrozzina la linea di fondocampo.
LE REGOLE – Le regole principali sono prese dal regolamento del basket in carrozzina e dall’hockey. 40 secondi è il tempo concesso per un’azione, 12 secondi il tempo massimo per passare dalla zona di difesa a quella di attacco. Almeno ogni 10 secondi deve essere fatto un passaggio o un palleggio. C’è una zona chiamata Key Area dove non possono sostare più di quattro giocatori e non si può mai uscire dal campo per evitare di incorrere nelle penalità. Il fallo intenzionale, giudicato dall’arbitro, viene sanzionato con ammonizione ed espulsione. Si considera intenzionale il fallo che può provocare pericolo per il giocatore avversario.

La squadra Italiana che esordirà a Lignano  e che abbiamo visto a Prato è davvero un bel gruppo e potrà essere modello per altre realtà che speriamo di veder nascere presto anche in Toscana .
Sotto la guida del coach austriaco Renè Scwharz , anche se nel rugby si parla di squadra e non di singolo, non si può non  soffermarsi su un atleta davvero straordinario sul quale questa squadra può contare: Alvise De Vidi che a questo movimento ha dato l’impulso iniziale. Per chi non lo conoscesse riprendiamo poche  delle molte righe scritte su di lui : “ Alvise Secondo il Coni, che lo ha premiato nel 2001, Alvise De Vidi è uno dei 12 migliori atleti italiani del novecento, accanto a nomi come Dino Zoff, Agostino Abbagnale, Sara Simeoni, Nino Benvenuti, Domenico Fioravanti.