Di Sabrina Parodi

Seguo il rugby almeno per quanto me lo permettono le mie scarse conoscenze tecniche. Spesso e volentieri, guardando una partita, non tifo una delle due squadre, sto da ambedue le parti e non per ambiguità: ritengo che lo sforzo sia comune ad entrambe. Lividi, contusioni, stanchezza e sudore non hanno una bandiera. Mi piace sbirciare al di là dei match, vedere cosa succede oltre le quinte; così, navigando, mi sono messa a testa in giù per controllare cosa succede nell’altro emisfero, dove, secondo me, in quanto a stranezze sono campioni.

Mi sono imbattuta in questo video che riprende gli Auckland Blues di John Kirwan durante un allenamento. A quelle latitudini “l’estate sta finendo” – come dice una canzone – quindi fervono i preparativi per i loro campionati da cardiopalma.

Okay, sì, va bene, il rugby è uno sport duro, non perdona, richiede una preparazione accurata e bla bla bla, ma mi chiedo se ci sono o ci fanno, se tutto ciò non sia un effetto collaterale del trascorrere troppo tempo a testa in giù.

Si allenano o si preparano ad affrontare un assalto stile Armageddon? Sono navy seal o atleti? Se sono rugbymen c’è da aver paura a trovarseli davanti su un praticello d’erba dove non andranno certo a raccogliere primule!

Superato il turbamento d’impatto (termine azzeccato) non sono riuscita a fare a meno di sorridere, per arrivare di lì a poco all’aperto sghignazzo. Corrono trafelati fra la sterpaglia trasportando pneumatici e cestelli di bottiglie (quanto mi sarebbe utile uno di questi ometti quando vado a far la spesa!). Gattonano su e giù per le dune, si trascinano nel fango manco fossero in trincea… ma quanti chili di sabbia avranno mangiato questi poveri diavoli, quante tonnellate ne avranno trovata nelle mutande alla fine della giornata? La vera perla del video è il trasporto della barella su è giù per le dune neozelandesi con su un tizio che continua imperterrito a fare gli addominali mentre i suoi compari faticano non poco a portarlo in giro su terreni scoscesi ed impervi come novelli schiavi addetti alla costruzione delle piramidi. Dico io “ma manco li pagassero!”… Ops….

Peccato che non si capisca cosa dicono, ma non serve molta fantasia, secondo me tirano giù dei moccoli che fanno luce.

Spero che tutta ‘sta fatica gli serva a qualcosa; di certo mette il buonumore e come sempre la vista di tutto quel ben di Dio riscalda il cuore e rimescola gli ormoni. Sarà forse questo il motivo per cui hanno girato il video?