Di Davide Macor
L’Italia del Rugby in Carrozzina farà il suo esordio ufficiale nel wheelchair rugby mondiale  alla LIGNANO CUP (Udine), sul Campo del Villaggio Turistico Ge.Tur di Lignano Sabbiadoro alle ore 11 di Venerdì 18 novembre. La formazione italiana annovera tra le sue fila uno degli atleti italiani più medagliati e maggiormente vincente: Alvise De Vidi. Per chi non lo conoscesse questo sportivo è un atleta italiano, disabile, di atletica leggera.
Gareggia sulla sedia a rotelle dopo un tuffo sbagliato che lo ha reso paraplegico. È un atleta versatile, che si cimenta su distanza che variano dai 200 m alla maratona; ha vinto anche un oro paralimpico nel nuoto.
Ha partecipato a 5 edizioni delle Paralimpiadi, vincendo 13 medaglie.
Nella cerimonia di apertura dei IX Giochi Paralimpici invernali di Torino 2006, ha portato nello stadio la bandiera italiana, consegnandola poi ad un drappello di militari che ha eseguito l’alzabandiera. È stato anche insignito dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Ecco l’intervista concessa in esclusiva a Npr – Non professional Rugby

Dopo il nuoto e la maratona, il rugby, perchè? Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a cimentarsi in questa disciplina sportiva?
Vi siete dimenticati del tennis tavolo ;-)) che ho giocato per un pò di anni, a medi livelli dopo aver smesso con le maratone. Perchè il rugby ? Tanti motivi , che sono emersi sulla spinta del presidente Pancalli, interessato a promuovere questo sport anche in Italia. Quando l’ho visto e provato a Torino, dove la nazionale della Svizzera ha fatto un esibizione alla GNSP 2010, mi ha subito affascinato, sia per le sue dinamiche, che per la spettacolarità, la forza e la determinazione che ci vuole durante ogni incontro e poi è uno sport di squadra per tetraplegici, unico e affascinante.
 
 
Come vede questa manifestazione di Lignano? Ci sono prospettive per un buon piazzamento?
E’ la prima uscita ufficiale della squadra, il piazzamento non è un obbiettivo, l’aspetto più importante sarà il mettere nelle partite i valori della squadra, il gioco fin qui imparato, la coesione del gruppo, la voglia di capire e imparare dalle squadre più avanti di noi.
Sono sicuro che il torneo nel suo complesso, sarà un traguardo dove fare il punto di tutto quello che è stato fatto in questi mesi, per crescere ancor di più, per diventare più competitivi e uniti come gruppo. Quest’occasione serve anche per  far conoscere questa nuova disciplina all’opinione pubblica e ai tanti ragazzi che potrebbero essere coinvolti in questo progetto.
 
Come vede il mondo dello sport attualmente? Lei è un esempio, un atleta totale, al quale ci si dovrebbe ispirare in maniera assoluta. Purtroppo però troppo spesso i veri valori che dovrebbero contraddistinguere lo sport vengono dimenticati, come si potrebbe risolvere o sensibilizzare questa problematica?
 Io cerco di fare sport perchè mi diverto, perchè stò bene in campo, perchè mi fa bene fisicamente e psicologicamente. Mi trovo a mio agio nell, ambiente sportivo, meglio che non in altre situazioni. Se posso essere un esempio con le mie azioni e con quello che faccio ancora oggi ben venga, sopratutto per i ragazzi giovani che hanno un incidente e che vedono la loro vita stravolta. Lo sport è una strada difficile, ma dove le soddisfazioni non mancano, anche quelle più piccole rendono il nostro quotidiano migliore, più bello.
La mia storia parte da lontano, dove l’atleta paralimpico era sicuramente ai margini, ma con determinazione e la volontà di tanti, grandi e significativi passi in avanti sono stati fatti dal nostro movimento e credo che questo sia un grande esempio per tutto il mondo sportivo.