Di Gianni Perissa

Domenica avremmo dovuto assistere ad un evento sportivo di grande valore, tra due squadre che si contendono il primato insieme al Latina nel girone 2 della serie “C” laziale; la RUGBY ROMA PORTAPORTESE ed il “VILLA PAMPHILI”.

E’ innegabile che le due squadre dispongano di una elevata preparazione tecnica, che a sprazzi è uscita fuori da quel groviglio inestricabile di lotte personali, provocazioni dettate più da frustrazione di alcuni attempati giocatori che da vera e propria prepotenza. La cronaca di racconta di una partita giocata male, che poteva finire peggio, se non è successo non lo si deve alla professionalità dell’arbitro, ma alla maturità della maggioranza dei giocatori che hanno subito anche violenze gratuite senza peraltro reagire.

Quello che viene da domandarsi è come sia possibile assegnare il compito di guardialinee a un Presidente di Società e poi aspettarsi che lo stesso collabori con l’arbitro contro la propria stessa squadra specialmente in occasione di una chiarissima meta non concessa.

E che dire del cartellino rosso dato a un giocatore anziché al vero responsabile di un fallo del tutto gratuito?

E dei cartellini gialli su azioni di gioco dure ma regolari come ce ne sono a migliaia negli incontri nazionali e internazionali. Mi viene in mente che, al termine della partita con la Garibaldina, la squadra di Roma si rifiutò di partecipare al terzo tempo per presunte offese e violenze da parte dei padroni di casa; io non ho assistito a quella partita e quindi non posso esprimere pareri a riguardo; ho però assistito a quella della Garibaldina contro la R.R.2000 svoltasi in piena correttezza ed a quella della R.R.2000 contro il Villa Pahmphili e se il grado di provocazioni soprattutto in mischia sono state pari a quelle di ieri, posso immaginare alcune reazioni esagerate da parte degli apriliani.

 

Attenzione così facciamo solamente male al rugby!